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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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§ 11. – Tra parroco e suore

Le suore sono le aiutanti, quasi direi le sorelle dello zelo del parroco: quale bene non possono fare nell’asilo, nell’ospedale, nel ricovero, nelle scuole, nell’oratorio, nel laboratorio! Sono esse un potente aiuto quando siano veramente formate a pietà profonda e virtù schietta. Questo concetto deve determinare le relazioni tra parroco ed esse.

Relazioni: 1) di rispetto: cioè non troppa famigliarità: giacché con esse i pericoli sono maggiori che con le donne ordinarie. Visite quindi piuttosto rare, solo di giorno, per quanto è possibile brevi, serie, in pubblico: per es. nella corsia dell’ospedale, in cortile,


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nel parlatorio comune. Meglio ci si dica che siamo grossolani, avessero pure da rammendare o lavorare la biancheria della chiesa: giova intendersi una volta per sempre; non crearsi bisogni ad ogni istante.

2) Di carità vera: cioè il sacerdote deve prendersi cura dell’anima in foro interno, se ne è richiesto: guidarle secondo lo spirito della congregazione, non dispensarle così facilmente dalle loro regole: inculcare sempre lo spirito di sacrificio e l’umiltà: esigere che spesso, anche più che non prescrivano le regole loro e i decreti pontifici, si confessino dallo straordinario. E questo ad ogni costo, poiché è ben frequente il caso in cui protestano la massima confidenza, mentre non ne hanno affatto. Si sappia pure sopportare i difetti che spesso hanno e istruirle molto sul bene che possono fare e sul modo che possono farlo. In ciò è bene usare molta attenzione: poiché se vengono bene addestrate al lavoro sono più virtuose. Spesso esse ignorano le circostanze particolari del paese: qualche volta si caricano di soverchie occupazioni, che non riescono a disimpegnare bene: il parroco vigili.

Nota: E colle suore questuanti? Se nel paese vi sono altre suore sarà sempre bene mandarle ad alloggiare e a mangiare presso di esse, facendo, se lo crede, una qualche offerta a questo [scopo]. Se nel paese non vi sono suore, può riceverle in canonica, ma dopo essersi bene assicurato delle loro carte e dopo aver esaminato se nella parrocchia non vi sia qualche pia persona che possa fare tale carità: in questo caso il parroco stesso o le suore potrebbero rivolgersi ad essa.




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