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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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§ 13. – Tra parroco e ospedale

L’ospedale è il rifugio d’un buon numero di miserie umane: spesso è Dio che prova, qualche volta è la sua mano che colpisce, sovente è la Provvidenza misericordiosa che vuol guidare a ravvedimento i peccatori. Come ci sta dunque bene il Sacerdote salvatore d’anime nell’ospedale! Là egli consola e conforta a soffrire, indicando il cielo: là insegna a cambiare in prezioso purgatorio i dolori: là accoglie i peccatori, li riconcilia con Dio e li prepara all’ultimo passo. Dunque un parroco non può disinteressarsi dell’ospedale: e il suo zelo può manifestarsi in molti modi.

Spiritualmente: assistendo gli infermi là raccolti, come, e meglio che non si assistano gli altri nelle loro case, e procurando che si dispongano santamente a presentarsi a Dio.

Moralmente: sia esercitando una certa alta sorveglianza sopra il personale di servizio, laico o religioso che sia; sia consolando; sia col far sì che gli infermi guariti, ritornando poi alle loro case, stiano lontani dai disordini e vivano da buoni cristiani. Vi hanno persone che il parroco solo può avvicinare in tale luogo ed è un gran bene che si valga di quell’occasione per indurle a riflettere alquanto sopra le verità religiose e sopra i principii morali.

Questa influenza il parroco può e deve esercitarla sempre, sebbene in diversa misura, vi sia o no il cappellano.


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Coll’opera sua: quando fosse creato membro dell’amministrazione. In questo ufficio egli farà ogni suo sforzo perché dall’ospedale venga tenuto lontano lo spirito laico, che oggi tutto vuole invadere.

E fondare un ospedale? è cosa molto difficile e difficilissima quando nel paese non vi siano ricche e benefiche persone o lasciti di qualche rilievo. È certo però un’opera molto buona: ma prima generalmente non conviene abbandonarsi, come si dice, totalmente nella Provvidenza; è necessario possedere in re o fondatamente in spe19 qualcosa almeno.

Nota: in generale il parroco ed il Sacerdote è sempre bene che accettino gli uffici di amministratori in ospedali, opere pie, scuole, ecc.: potranno con questi mezzi esercitare sempre direttamente o indirettamente la cura pastorale. Così direi anche, sebbene con più cautela, di accettare come azionisti e raramente come amministratori in quelle società per sé neutre, come sono la banda musicale, società di filovie..., per impianti elettrici. Ben inteso: quando si abbiano queste tre condizioni: che non venga troppo disturbato il ministero sacerdotale, vi sia il consenso dei superiori, sia concessa l’autorizzazione per quegli uffici in cui la Chiesa comanda di ottenere prima la debita licenza.




19 In re... in spe”: nella realtà o nella speranza fondata.






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