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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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2. Come nacque il libro ATP. Chiamato dal vescovo in seminario, in qualità di direttore spirituale e di docente di storia civile ed ecclesiastica, don Alberione ricevette l’incarico della formazione dei chierici e dei neo-sacerdoti. Per assicurare a costoro «una guida che con tutta semplicità indirizzi i loro primi passi della vita pubblica; ma che sia una guida pratica e sicura»,9 decise di scrivere ATP.

Più che una trasmissione arida di concetti, le sue lezioni sul ministero erano improntate al dialogo, alla condivisione e alla sperimentazione. Svolgendo gli “appunti”, intuiva il bisogno di una conoscenza più realistica della situazione della diocesi. Perciò, contemporaneamente all’insegnamento teorico, avviò una ricerca sulla prassi. Propose questionari relativi alla pastorale in atto nella diocesi e li inviò ad alcuni parroci. Tra questi spiccano don Bartolomeo Dallorto, don Luigi Sibona, don Augusto Vigolungo.10 Consultò inoltre trattati, opuscoli e riviste. Si fece aiutare da altri sacerdoti nel raccogliere note e riflessioni, sceglierle, ordinarle e correggerle.

Venne quindi la stesura dell’opera e la pubblicazione.11

Don Alberione scriverà più tardi, parlando di sé in terza persona: «Per due anni in conferenze settimanali, con dodici sacerdoti, studiava i mezzi di buona e aggiornata cura d’anime; su questo interrogò ed ebbe suggerimenti scritti (che trasmetteva ai Chierici e ai giovani sacerdoti) di una quindicina di Vicari Foranei».12

Oltre che dall’esperienza diretta di scelte pastorali verificate nella realtà, ATP è nato quindi da un graduale approfondimento teorico e dalla riflessione su esperienze fatte da altri. Già in partenza comunque don Alberione escludeva una trattazione teorico-scientifica della materia. «So benissimo – sosteneva – che così non incontrerò il gusto d’un numero notevole [di persone]: ma so anche che costoro potranno trovare quanto cercano in altri autori».13

L’obiettivo suo era aiutare i giovani sacerdoti ad affrontare con serenità i primi anni di ministero. Negli ATP essi avrebbero trovato un riferimento costante e sicuro, dal momento che tali appunti

– erano nati dall’esperienza e dal competente apporto di pastori dediti già da tempo alla “cura d’anime”;

– rispettavano le radici culturali della popolazione diocesana;

– erano arricchiti di una sostanziosa bibliografia, che rimandava ad altri apporti specifici.




9 G. Alberione, Appunti di Teologia Pastorale, II ed., Pietro Marietti editore, Torino 1915, p. XI. – Tutte le citazioni di ATP, quando non è detto diversamente, faranno riferimento a questa edizione.



10 Mons. Natale Bussi (1907-1988) professore presso il seminario di Alba, in un’intervista fatta il 17.08.1982, parlava di questa metodologia usata da don Alberione. I questionari ponevano domande su «come fare pastorale – quali erano i doveri del parroco». Identificava poi alcuni sacerdoti a cui certamente aveva inviato il questionario: mons. Bartolomeo Dallorto (1886-1953), parroco a Monforte; mons. Luigi Sibona (1874-1947), parroco a Canale-Castellinaldo; mons. Augusto Vigolungo (1869-1941), parroco di Vezza.



11 Cf ATP, p. IX.



12 AD, n. 83.



13 ATP, p. XI.






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