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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
2° Zelo. È figlio primogenito della carità verso Dio e verso il prossimo: esso è che informa e dà vita a tutte l’altre doti del predicatore. Esso è di un’efficacia somma: Datemi dieci sacerdoti di spirito (e chi ha spirito ha pur vero zelo) diceva S. Filippo, e vi do convertito il mondo. – La carità, dice il Mullois, ecco la prima e la più essenziale regola di eloquenza: in questo specialmente consiste la forza del vangelo, la vita e l’efficacia della parola e la magia, direi,
dell’eloquenza. Chi è caldo di zelo scuote, accende, illumina, commuove, converte: chi è freddo, è un bronzo che suona, ma non padroneggia l’anime.9
Chi è caldo di zelo ha tenerezza, ha grida di dolore, accenti lamentevoli, suppliche affettuose: chi è freddo non sa che portare la lettera della legge, la freddezza del raziocinio. Chi è caldo di zelo è un sole che scioglie i ghiacciai, fa nascere a nuova vita la natura: chi è freddo potrà pure convincere, ma non opererà conversioni.
Dunque?
a) Anzitutto chiederlo a Dio: è un dono dello Spirito S.: è una delle grazie essenzialissime ad un sacerdote: grazia che deve chiedere ogni giorno. Pregare il Signore che dia lume per conoscere i cuori, dia compassione per le miserie dell’umanità, dia affetto per predicare ai fedeli come a fratelli, dia minacce anche, ma da padre, dia esortazioni ma da amico; pregare nella S. Messa, nel Breviario, nella Visita al SS. Sacramento. Sarà un sospetto temerario pensare che qualche sacerdote non abbia mai chiesta tale grazia? Fosse pur un sospetto temerario, ma si può temere di no! e sarebbe ciò il motivo di riempirci di confusione: non chiedere mai ciò che costituisce il sacerdote nel suo più vero senso!!
b) Procurare uno zelo vero: ed è vero quando si pensa alla gloria di Dio: quando si vuole allontanare qualche peccato: quando si vuole condurre le anime al cielo, quando si ha di mira il guidare le anime ai SS. Sacramenti. È vero quando si ha la purità d’intenzione.
c) Procurare uno zelo prudente: è imprudente invece ogni zelo amaro, violento. La prudenza è l’occhio
dello zelo: questa dote si ottiene colla riflessione e col consiglio. Sarebbe imprudenza: far allusioni troppo particolari, massime quando si rimprovera e si parla di vizi vergognosi: sfogarsi per offese particolari ricevute, tanto più quando siano pubbliche; le nostre amarezze sono da effondersi innanzi al crocifisso. Sarebbe imprudenza prorompere in vivaci riprensioni intempestive per cose da nulla, per es. per una porta che vien sbattuta, per cattivo contegno d’alcuno, per uno che dorme, per un altro che suona la tromba col naso, per i ventagli: toccare questioni che dividono le popolazioni: portare sul pulpito cose sentite al confessionale. Notiamo che vi sono molte cose che più convenientemente si rimediano in privato che dal pulpito: per es. se i fanciulli chiacchierano, si potrà poi dire al sacrestano, o meglio al vice-curato, che vi si mettano in mezzo un’altra volta...; se il maestro non vuol fare il catechismo, non conviene satireggiare o inveire dal pulpito, si cercherà d’indurlo in privato amorevolmente, con visite, relazioni, servizi resigli, ecc., ovvero interporre altra persona influente.
Ancora: può avvenire che il sacerdote debba difendersi da qualche calunnia od offesa: ma qui ci vuole non uno, ma dieci grani di sale. Anzitutto bisogna che possa con verità difendersi, altrimenti vale il proverbio: chi si scusa s’accusa; poi è d’uopo si prepari le cose da dire diversi giorni prima, le scriva, se può, le mediti innanzi il SS. Sacramento, procuri di non far risaltare tanto sé, ma di far apparire la giustizia della causa, così che il popolo capisca trattarsi davvero di interesse non individuale, ma religioso e pubblico; che se può, adoperi l’argomento efficacissimo dei fatti.
Un parroco aveva dovuto attirarsi contro quasi tutta la popolazione, causa l’aver rigettato giustamente come madrina d’un neonato una donna di cattiva vita. Invece che parlare egli stesso, la domenica seguente fece predicare il vice-curato, giovane zelante, eloquente, molto amato dal popolo. L’effetto della difesa non poteva essere migliore: il popolo capì l’atto quasi eroico del parroco nel compiere il proprio dovere e gli accrebbe molto, molto l’affezione.
E poi: in ogni cosa il sacerdote ha da cercare il bene: quando prevede che la sua predica non può ottenerlo, perché divide la popolazione, non la faccia.
Una mancanza notevole di prudenza è quella di voler ottenere quello che in humanis non è sperabile, o voler ottenere subito quello che richiede lavoro lungo e paziente. Non si può sperare ad es. nella maggior parte delle parrocchie, che tutti, tutti a Messa portino il libro; che tutti, tutti ogni mese s’accostino ai SS. Sacramenti; che tutti, tutti entrino in una società o compagnia che al parroco piace stabilire; che nessuno affatto mormori del nostro operato; che il nostro modo di fare incontri [approvazione] presso tutti; che tutti abbiano confidenza in noi, ecc. Non si potrà ottenere subito il silenzio in chiesa, ove c’è l’abuso di parlare, né la frequenza dei Sacramenti ove non c’era affatto.