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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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3. Accoglienza e diffusione di ATP.

Come ci risulta da ricerche compiute in diverse biblioteche,14 l’opera fu presto conosciuta e ben accolta dal clero italiano.

Già nel 1912, il mensile del clero Difesa ed azione, dell’Archidiocesi di Torino, riportava una lusinghiera recensione del testo (apparso allora in edizione ciclostilata): «Pochi sono ancora i trattati che distinguono nettamente il punto di vista pastorale dagli altri affini e questi pochi quasi sempre non scendono ad una pratica veramente adatta alle circostanze particolari nelle quali noi viviamo. Quando ecco presentarsi a noi un bel volume... il quale con sorprendente perfezione viene a soddisfare il nostro desiderio... Il contenuto ricco e vasto, lo stile semplice e chiaro, l’unzione donde è penetrato, tutto coopera a meritargli ogni elogio».15 Non manca un ringraziamento all’Autore per il suo «prezioso servizio reso al clero».

Nel 1913, preparando la prefazione al volume da stampare, il card. A. Richelmy sottolineava come fosse proficuo «insistere specialmente sui modi pratici di esercitare con zelo e con frutto il ministero pastorale»; «siano adunque benedetti i cari Appunti di teologia pastorale del buon Teol. Alberione, nei quali risplendono assieme la soda dottrina ed il senno pratico, per cui torna facile e sicuro l’esercizio di un vero pastore d’anime».16

Da queste brevi recensioni si nota come la teologia pastorale (TP) fosse considerata una sintesi pratica di insegnamenti ad uso del “curatore d’anime”. Era un’idea tipica del tempo, condivisa anche da La Civiltà Cattolica, che recensendo ATP collocava don Alberione «tra gli egregi cultori di questa scienza», sottolineando come nell’opera ci fosse «un vero tesoro di norme pratiche e opportuni consigli, specialmente per il giovane clero».17

A distanza di alcuni anni dalla sua pubblicazione, l’opera era ancora citata da pastoralisti come G. Stocchiero, che nel 1921 pubblicava la sua Pratica Pastorale, e da E. Naddeo, che nello stesso anno pubblicò Il vero Pastore di anime.18

Sorge qui legittimo l’interrogativo del perché don Alberione, vista l’accoglienza favorevole del suo libro, non ne abbia curato o fatto curare altre edizioni, aspettando fino al 1960. La risposta va forse ricercata nella cronologia di quegli anni. Dopo il 1914, infatti, egli resta assorbito quasi totalmente dalle sue nascenti congregazioni: la Pia Società San Paolo (1914), le Figlie di San Paolo (1915), le Pie Discepole del Divin Maestro (1924), le Suore di Gesù Buon Pastore (1938), le Suore di Maria Regina degli Apostoli (1957) e infine gli istituti di consacrazione laicale (1958-1960). Il fondatore si sentiva costretto a finalizzare gli interessi, le energie e il tempo verso il loro sviluppo.

Non abbandonò tuttavia il discorso pastorale.

Infatti, tra il 1912 e il 1916, diretta personalmente da don Alberione, inizia le pubblicazioni Vita Pastorale,19 una rivista per la pratica del ministero sacerdotale. In linea con l’orientamento carismatico delle sue istituzioni, don Alberione ha creduto più efficace far giungere periodicamente ai pastori la sua riflessione scritta. Tra le prime annate della rivista, troviamo un numero datato gennaio 1921, in cui si pubblicava un brano degli ATP, riguardante la «Relazione tra Parroco e Parroci - Per favorire la concordia. Per evitare la discordia».20

Della necessità di un aggiornamento, o di una revisione di ATP, troviamo traccia in una predica di don Alberione alle giovani della nascente congregazione delle Suore di Gesù Buon Pastore, le “Pastorelle”, risalente al 1939: «Sarebbe bene [che] vi provvedeste di un trattato di teologia pastorale ed anche dei miei Appunti di Teologia Pastorale, tenendo presente che in alcuni punti sono arretrati e non più giusti. A queste lacune potrete supplire con lo Stocchiero».21

L’aggiornamento effettivo di ATP fu compiuto nella terza edizione, curata da mons. Giuseppe Pistoni nel 1960. Dalla documentazione epistolare 22 intercorsa tra don Alberione e mons. Pistoni, apprendiamo che questo sacerdote, in procinto di assumere l’insegnamento di Teologia pastorale nel seminario di Modena, pensava di adottare proprio il volume degli ATP come testo per i suoi studenti. Poiché il libro era esaurito, don Alberione gli propose di assumersi la responsabilità di una nuova edizione. La risposta fu positiva.

La terza edizione, approntata in breve tempo, fu stampata nel 1960.

Nel 1965, alla fine del Concilio Vaticano II, mons. Pistoni ripropose un’ulteriore riedizione del volume, per mano dello stesso Autore, per adeguarlo alle nuove prospettive conciliari. In data 21.12.1965 don Alberione rispose dichiarandosi riconoscente per il suggerimento di «rivedere e conformare al Concilio Vaticano II il libro degli Appunti di Teologia Pastorale», e spiegando: «Enorme è stato il progresso... Siamo entrati più perfettamente nella Pastorale di Gesù Buon Pastore... molte cose [vi sono] da togliere dal libro e molte da introdurre». Questa volta però, pur convinto della bontà della proposta, don Alberione, ormai avanzato negli anni, non la concretizzò. Il lettore di oggi, dall’Autore stesso può quindi imparare a storicizzare e contestualizzare quel che legge in quest’opera antica.

 

 

 




14 Il testo del 1915 è stato trovato nelle maggiori biblioteche italiane, p. es. Torino, Roma, Napoli, oltre che nella biblioteca benedettina di Cava de’ Tirreni (Salerno).



15 Difesa ed azione, Mensile dell’Associazione del Clero dell’Archidiocesi di Torino, ll (1912) p. 135.



16 A. Richelmy, Presentazione, in ATP, p. VII, 2 febbraio 1913.



17 A. Taverna, Rassegna di Teologia Pastorale, in La Civiltà Cattolica, 67 (1916) IV, p. 456. Nella stessa recensione però don Alberione riceve alcune critiche riguardanti la condotta del confessore nei confronti dei penitenti scrupolosi (cf n. 185-201). Con particolare fermezza, inoltre, viene richiamato per una affermazione circa la rivelazione ai giovani dei cosiddetti “misteri della vita”. Don Alberione sostiene infatti che questa rivelazione «si deve fare... per la migliore educazione» (cf n. 192). La Civiltà Cattolica ribatte che questo «metodo di educazione, lungi dall’ottenere lo scopo di preservare i giovani dal vizio, spalanca anzi le porte alla corruzione» (cf p. 459). Non conosciamo la reazione dell’Auto­re a questa recensione. Nell’edizione del 1960 viene comunque pubblicato ciò che era stato scritto senza apporvi alcun cambiamento, eccetto che per un punto in materia di morale (cf ATP, III ed. p. 254).



18 G. Stocchiero, Pratica pastorale a norma del Codice di Diritto Canonico e in rapporto alla legislazione ecclesiastica italiana, Marietti, Torino 1921. Il libro di don Alberione è citato alla p. VII. – E. Naddeo, Il vero pasto­re di anime, Norme Pratiche di Teologia Pastorale dei Parroci Italiani, voll. 2, Ferrari, Roma 1922. L’opera di don Alberione è citata alla p. IX.



19 Cf A. Damino, Bibliografia..., op. cit., p. 148-150.



20 Vita Pastorale. Rivista per la pratica del Ministero Sacerdotale, IV (1921), pp. 4-6. Cf ATP, n. 104ss.



21 G. Alberione, Prediche alle Suore Pastorelle, vol. 1, EP, Albano Laziale (Roma) 1961, p. 35.



22 La documentazione, gentilmente fornita da don Antonio Speciale, è composta da una relazione di mons. Giuseppe Pistoni allo stesso don Speciale, e dagli allegati A, B, C, D, E, F. Nella relazione, datata 16.10.’89, mons. Pistoni espone sinteticamente i suoi rapporti epistolari con don Alberione. Gli allegati sono lettere di risposta alle richieste del curatore, eccetto l’allegato B, che è la prefazione alla III edizione del volume.




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