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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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§ 11. – Parlare a classi distinte

Uomini zelanti l’hanno già constatato. Il parlare ad una determinata classe di persone rende possibile dire cose più interessanti, più attraenti, più utili.

La divisione di classi di regola è quella dataci dalla natura: uomini, donne, figlie, giovani. Qualche volta per centri maggiori sarebbe quella che presentano le


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condizioni sociali: studenti, operai, lavoratrici dell’ago, ecc.

Ma quando parlare distintamente a tali persone? Molto opportuno sarebbe il tempo degli Esercizi spirituali: ponendo in ciascun giorno, o almeno in tre giorni degli Esercizi, una predica speciale. Forse lo stesso quaresimale si potrebbe così distribuire da risultare a ciascuna classe una settimana od un triduo di predicazione, da chiudersi con una Comunione pasquale generale.

Di più: si potrebbero in alcuni tempi stabilire corsi speciali, secondo l’opportunità e le circostanze. In alcune parrocchie dopo i vespri della sera si ha sempre ancora una conferenza in chiesa, o al circolo o all’oratorio, ecc. così che ogni classe di persone venga ad avere una conferenza speciale al mese.

Quali argomenti? O queste persone sono aggruppate in società: in tal caso spiegare, inculcare, insistere sul regolamento della medesima. Ovvero non lo sono, ed in questo caso si possono trattare anzitutto i doveri proprii delle diverse classi, per esempio il dovere d’educare bene i figli alle madri e ai padri: poi svolgere le verità della fede e della morale: infine combattere opportunamente gli errori del giorno, scoprendo, con prudenza, quelli del luogo. In tali conferenze è necessario ai nostri giorni svolgere anche argomenti sociali: far vedere come opposta alla Chiesa stia la massoneria, che si vale del socialismo, dei libri, dei giornali, degli uomini di stato, di tutto. Si noti che in tali conferenze il prete è sempre prete, mai un tribuno: ma intanto deve uscire dal campo strettamente teologico e istruire il popolo sui bisogni della convivenza sociale. A me sembra che per schivare ogni


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pericolo di errore il sacerdote potrebbe spiegare mensilmente il foglio volante dell’Unione popolare,24 con quelle applicazioni che vedrà opportune.

Scopo delle conferenze è premunire contro le insidie dei nemici, istruire e fortificare nella pratica dei proprii doveri, e infervorare per il rifiorimento della religione ed il benessere della società. Il modo di farle dev’essere semplice, popolare, attraente: quindi narrazioni vive, possibilmente citando fatti del giorno, scegliere un parlare scultorio, testimonianze e confessioni di increduli.

Riguardo poi a quanto dissi sopra di argomenti sociali, sarà bene notare esplicitamente che oggi devono trattarsi anche negli stessi Esercizi spirituali alcuni dei principali di essi. Non basta più essere buoni individualmente. Per es. chi non ammetterà che nessuno può disinteressarsi della questione del catechismo? Certo che ci vuole prudenza, molta prudenza e gioverà trattarli di preferenza fuori di chiesa.




24 Si tratta del foglio volante L’Allarme. Usciva mensilmente a fianco di: La Settimana Sociale, organo ufficiale dell’Unione Popolare. Cf P. Palazzini, Unione Popolare, EC, XII, 1954, p. 830.






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