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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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Capo V

CATECHISMO1

1° Abbiamo veduto più sopra come la predicazione sia la parte più essenziale del ministero sacerdotale ed ora veniamo a quello che è più delicato, più utile, più importante nella predicazione: il catechismo. È più delicato, perché più delicate sono le anime che ad esso si presentano: più utile, perché maggiormente possiamo riuscire: più importante, poiché il bambino d’oggi è l’uomo, il cristiano, il cittadino di domani. Se buono è il bambino d’oggi possiamo sperare d’avere domani dei bravi uomini, dei cristiani praticanti, dei cittadini onesti; ma se il bambino d’oggi è caparbio, insolente, ignorante in religione, domani avremo degli uomini senza coscienza, dei cristiani che di cristiano non avranno che il battesimo; avremo dei cittadini disonesti e vergogna della società.

D’altra parte ad un sacerdote deve bastare la parola del vicario di Gesù Cristo, del Papa: ora una delle cose compiute nel suo pontificato da Pio X, quell’uomo così pratico, fu l’enciclica sul catechismo.2

Il catechismo poi è un’opera cui nessuno può rifiutare la mano sua, poiché anche l’ultimo prete può farlo: è un’opera gradita ai genitori, i quali sono ben contenti di vedere amati i loro piccoli e cari figliuoli: lungi dal gettare divisioni o attirare odiosità, concilia e porta in chiesa il popolo stesso.


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Lo si dice spesso: sugli adulti, ormai abituati nel loro indifferentismo, o, peggio, nutriti d’odio contro la religione e il sacerdote, non si può sperare molto. Ma da queste pianticelle, che ancora non hanno presa la loro piega abbiamo ragione di riprometterci assai. Certo che non è lavoro che soddisfi l’ambizione: chi non sa sacrificare tempo, borsa, comodità, pace, non può quasi neppure cominciare...: ma bisogna chiedere a Gesù Cristo quella carità, onde avvampava il suo Cuore per i fanciulli, quell’amorevolezza, onde accoglieva i piccoli, anche i più importuni, li accarezzava, li abbracciava, li benediceva.

2° Discendiamo alla pratica. Vediamo il catechismo nelle parrocchie ordinarie, poi il catechismo negli oratori festivi: e prima alcune cose generali.




1 Per don Giacomo Alberione il catechismo è sempre stato un impegno pastorale primario. Ancora seminarista fu impegnato in quest’opera come egli stesso descrive nell’AD 78-81. La rivista Il Catechista Cattolico pubblicò due articoli redatti da don Giuseppe Priero (1914-1915) nei quali venne presentata l’adunanza catechistica della diocesi di Alba e illustrati i programmi per l’insegnamento della dottrina cristiana preparati da una apposita commissione. Cf G. Priero, “Adunanza catechistica diocesana di Alba”, in Il Catechista Cattolico, 1914, pp. 184-186, e “Il lavoro di un anno ad Alba”, in Il Catechista Cattolico, 1915, p. 267. Si veda poi I programmi per l’insegnamento della dottrina cristiana nella diocesi di Alba, Scuola Tip. Piccolo Operaio, Alba 1914. Anche don Giacomo Alberione fece parte della suddetta commissione, come documenta in AD 80, e I programmi sembra siano stati il primo lavoro stampato dalla nascente Pia Società San Paolo da lui stesso fondata nel 1914. Per uno studio approfondito sul tema del Movimento catechistico italiano, cf L. Nordera, Il catechismo di Pio X. Per una storia della catechesi in Italia (1896-1916), LAS, Roma 1988, pp. 221-290, 449-451.



2 Pio X, Acerbo Nimis, ASS, XXXVII (1905), pp. 613-625; cf anche in CC, 1905, II, pp. 264-276. Nell’enciclica si lamenta una diffusa ignoranza religiosa e si sollecita l’impegno nel compito di istruire i fedeli nella sacra dottrina.






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