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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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Capo IX

LE VOCAZIONI RELIGIOSE

Si è già veduto come sopra questo delicatissimo argomento vi possono essere due opposti errori: non voler mai trovare e tanto meno favorire in alcuno tale vocazione; ovvero pretendere di vederla e cercare di svolgerla anche in chi da Dio non ne venne favorito. Il primo errore può essere causato da un certo pessimismo, o da trascuranza, o da una certa ignoranza: il secondo invece d’ordinario da uno zelo esagerato. Giova restar nel mezzo: Dio sa bene quali e quanti sacerdoti e religiosi siano necessari alla sua Chiesa. Come padre previdente, provvido dà la vocazione a chi crede: a noi l’obbligo di studiare chi l’abbia, di coltivarla, aiutarla in tutti i modi.

E su chi mai pesa quest’obbligo se non su coloro che da Dio vennero favoriti di una vocazione così grande quale è la sacerdotale? Noi che siamo i padri delle anime dobbiamo far in modo che alla nostra morte queste anime non abbiano a trovarsi orfane, senza padre, pastore e guida. Che se è opera meritoria accudire le pecorelle, che sono le anime, non sarà assai più meritoria formare i pastori, che sono i religiosi ed i sacerdoti?

Ed i religiosi non sono quella fortunata parte del gregge di Gesù Cristo che si trova in istato di perfezione, avendo seguito i consigli evangelici? Quale profonda impressione non esercitano col loro esempio nel


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mondo? Quale aiuto non dànno alla Chiesa colle loro continue preghiere? E non sono i missionari che adempiono il precetto di Gesù Cristo: Praedicate omni creaturae?1 Non sono le suore gli angeli benedetti in tanti ospedali, ospizi, asili, scuole? Quale gloria non sono per la Chiesa, anche di fronte agli increduli, i missionari, che colla religione portano in lontani paesi la civiltà ed il nome della patria; e le suore, la cui opera e spirito di sacrificio non possono sostituirsi con inservienti o maestre laiche e prezzolate?

A me sembra che ogni sacerdote che ascende la prima volta l’altare, ogni religioso che fa professione, ogni missionario che risolve di partire per terre lontane, dovrebbero fare un proposito fermo: adoperarsi in tutta la vita, con l’opera, la parola, le preghiere per formare e lasciare dietro di sé almeno due sacerdoti, o suore, o missionari. Sarebbe troppo? A me pare di no: molti anzi fanno assai di più.

Se questo desiderio si avverasse, quanto bene ne risulterebbe! Né si dica: i religiosi hanno i loro difetti! Poiché si può rispondere: hanno pure molti meriti; e chi non ha difetti? Gesù Cristo si serve anche di strumenti deboli per operare cose grandi. Si può obbiettare: il clero da noi è numeroso! Ma si risponde: e lo sarà sempre? Se è numeroso in questo momento, si facciano dei missionari: non è certamente troppo che l’Asia, con 850 milioni d’abitanti, abbia 6 mila preti! mentre l’Italia da sola ne ha circa 70 mila!




1 Mc 16,15: «Predicate il vangelo ad ogni creatura».






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