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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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4. L’autenticità: un autore o più autori? L’interrogativo, in apparenza gratuito, nasce da una lettura attenta delle prefazioni alle varie edizioni di ATP, tutte redatte personalmente da don Alberione. Un confronto tra esse evidenzia infatti alcune affermazioni problematiche. Nella prima prefazione l’Autore considera il testo opera sua, pur ammettendo di aver avuto “suggerimenti” da parte di «diciotto tra i più zelanti ed anziani parroci della diocesi» e di essersi avvalso di trattati, opuscoli e riviste varie.

La prefazione alla seconda edizione conferma tale assunto. Ma nella terza, come del resto in un passo di Abundantes divitiae gratiae suae,37 l’Autore afferma: «Ai Rev. Sacerdoti... farà piacere sapere che la prima edizione venne preparata da dodici parroci [il corsivo è nostro], tra i più esperti, tra cui si distribuì la materia, che poi venne coordinata e concordata in parecchie conferenze tra altri sacerdoti».38

Queste ultime affermazioni sembrano contraddire le precedenti. Per assicurarci sulla loro autenticità, abbiamo posto ad alcuni l’interrogativo: se la prefazione della terza edizione fosse veramente di don Alberione. Ha risposto affermativamente don A. Speciale, allora segretario personale del Fondatore, che nelle sue annotazioni giornaliere così scrisse: «Il 12 novembre 1958 don Alberione ha preparato la prefazione per la terza edizione di Appunti di Teologia Pastorale». Le risposte di altri, tra i quali don G. Roatta, e l’intervista a mons. Natale Bussi del 17 agosto 1982, non hanno permesso di pervenire a conclusioni diverse.

Dunque le più recenti affermazioni di don Alberione circa la redazione di ATP sono autentiche. Ma come conciliarle con le prime?

L’ipotesi più attendibile è che si debba tenere conto di una composizione progressiva del testo:

– la consultazione con i “diciotto” sacerdoti-parroci sembra essere la più antica, quella che fornì i primi suggerimenti, poi ampliati dallo stesso don Alberione con letture e sussidi vari;

– i “dodici sacerdoti” ricordati in AD e nella terza prefazione al testo, sembrano essere coloro che, nelle conferenze pastorali settimanali, collaborarono con don Alberione nella scelta ed elaborazione del materiale raccolto, con ricerche e questionari, per la preparazione della prima edizione.

Tale ipotesi sembra essere la più verosimile, anche se l’AD e la terza prefazione a ATP risalgono rispettivamente al 1954 e al 1958. La possibile imprecisione dei ricordi può forse renderle meno attendibili, ma non tali da mettere in discussione la paternità alberioniana del libro. Del resto, se i sacerdoti consultati si fossero ritenuti co-autori, avrebbero certamente rivendicato i loro diritti nei confronti dell’Autore dichiarato.

Si può quindi considerare don Alberione come Autore del volume, in quanto ispiratore dell’iniziativa e coordinatore del materiale raccolto.

È risaputo che era abitudine del Fondatore eliminare quanto non considerava più necessario, dopo la pubblicazione di un suo scritto. Probabilmente è toccata la medesima sorte a tutto il materiale preparatorio di ATP. Il fatto che non ci siano pervenuti né i manoscritti né gli eventuali dattiloscritti originali di entrambe le prime edizioni, non ci consente pertanto quel lavoro di analisi critica, che ci fornirebbe notizie sulla redazione, sulla scrittura (a mano verosimilmente) e sulla origine dei contributi utilizzati.39

 

 

 




37 AD, n. 83: «Per due anni, in conferenze settimanali, con dodici sacerdoti, studiò i mezzi di una buona e aggiornata cura d’anime. Su questo interrogò ed ebbe suggerimenti scritti (che trasmetteva ai chierici e giovani sacerdoti) da una quindicina di Vicari Foranei. Ne risultò il libro (1913) Appunti di Teologia pastorale...».



38 ATP, III ed., p. 7.



39 In realtà, nel Quaderno 60 si conserva il manoscritto delle pagine 9-31 della prima edizione di ATP. Il caso merita una breve considerazione. Infatti, del Quaderno 60 si dispone attualmente delle pagine 7-128. Ma le pagine 7-41, corrispondenti alle suddette pagine di ATP, non sono autografe di don Alberione. Si tratta probabilmente dell’opera di un suo collaboratore, al quale aveva affidato un manoscritto, per ottenerne una copia in una scrittura più leggibile. Due sono i motivi che portano comunque a ritenere don Alberione autore di queste pagine: il fatto che le abbia numerate di proprio pugno, considerandole alla pari delle altre del Quaderno 60, ed anche la difficoltà incontrata dall’amanuense nell’interpretazione del testo che aveva davanti, dato che ha lasciato qualche spazio in bianco, da essere completato in un secondo tempo. Per esempio, alla pagina 39, dopo la parola “adorano” segue uno spazio in bianco e poi vengono i due punti esclamativi. Segno che non aveva saputo interpretare la parola “tremanti” del manoscritto originale.




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