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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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5. Concretezza e globalità. Tutti questi elementi sono unificati, o come polarizzati da una grande ansia pastorale e da una forte sensibilità sociale. Grazie anche alla formazione ricevuta nella dinamica diocesi di Alba,101 don Alberione è deciso nel perseguire l’evangelizzazione e la cristificazione della società, e nell’escludere tutto ciò che non è finalizzato ad esse.

L’azione sociale del clero e l’azione cattolica si giustificano solo in questa prospettiva. «Sotto tale titolo [azione sociale... cattolica] alcuno può subito credere che si debba solo parlare di casse rurali, di cantine sociali, di banche. No: queste cose possono entrare, ed il clero vi deve prendere una parte moderata», ma non costituiscono la cura pastorale.102

Mentre scriveva queste pagine don Alberione era impegnato con il can. Francesco Chiesa a propagandare nelle varie parrocchie della diocesi albese l’Unione Popolare.103 Il suo orientamento è chiaro: la presenza del sacerdote-pastore non deve essere segnata dal “compromesso”; egli dice no al puro spiritualismo e no anche al sociologismo e all’integralismo. I parroci non devono essere solo uomini di presbiterio né solo di piazza. Devono saper stare con sapienza nel sociale per far sì che ogni realtà venga cristificata, anche l’agricoltura e l’industria nascente a livello parrocchiale.

A questo punto, muovendo dagli elementi fondamentali del testo, è possibile individuare nel termine “totalità” l’idea forza della concezione pastorale di don Alberione. Essa esprime la necessità di raggiungere tutta la realtà umana nella sua globalità, tutti gli uomini, di qualsiasi condizione sociale, con tutti i mezzi che il progresso umano mette man a mano a disposizione dell’operatore, per raggiungere il fine di cristificare tutto l’uomo e tutta la storia.104

Il suo apporto di novità consiste dunque non soltanto nell’assunzione delle nuove mediazioni strumentali, ma soprattutto nelle sue numerose fondazioni, che nel loro evolversi storico sono chiamate ad attualizzare la “nuova pastorale” sia nei contenuti che nei mezzi.

 

 




101 Sulla situazione socio-religiosa della diocesi di Alba, cf G. Maggi, “Temi politici e sociali nell’azione dei cattolici albesi del primo novecento”, in Alba Pompeia, op. cit., pp. 5-18. L’autore fa esplicito riferimento all’opera svolta dal can. Francesco Chiesa e da don Alberione, inviati dal vescovo nelle parrocchie a far conoscere il documento pontificio “Il fermo proposito” e ad iniziare l’attività dell’Unione Popolare. Nel 1909, dopo un periodo di crisi e di polemiche, i due inviati iniziarono nella diocesi una intensa azione di propaganda insistendo nel presentare l’Unione Popolare come una necessità alternativa al socialismo. Ottennero risultati notevoli: alla fine del 1911 infatti l’Unione Popolare era presente in 91 parrocchie con 2352 iscritti, 800 in più dell’anno precedente.



102 ATP, n. 323.



103 AD, n. 61.



104 Cf ATP, nn. 81-82, 86-87.




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