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4. Esempio.
– [01] Paolo
ed il suo compagno Sila a Filippi di
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Macedonia avevano riportato grande frutto dalla predicazione; ma
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avendo poi liberata una fanciulla dal demonio si sollevò
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contro di essi una persecuzione. Accusati innanzi ai giudici
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di introdurre una religione nuova, questi si strapparono
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le vesti quasi per indicare il loro orrore ed il popolo montò
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su tutte le furie. Senza esaminarli furono battuti, percossi
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a sangue, coperti di piaghe, chiusi in carcere. Il custode
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non solo li tenne ben chiusi ma serrò i loro piedi coi ceppi.
[10] Paolo e Sila vedendosi chiusa la speranza di
convertire altre
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anime e calmare quella gente colla parola ricorsero alla
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preghiera: giubilanti per aver sofferto qualche cosa, cantavano
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e pregavano, sicuri che il Signore avrebbe fatto più
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che non essi stessi. Ed ecco un terribile terremoto: cadono
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le catene dei prigionieri, si rompono i ceppi, le porte si spalancano.
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Il carceriere accorse; viste le porte aperte credendo
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fuggiti i prigionieri si puntò al petto la spada e stava per uccidersi,
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quando di dentro Paolo gridò: Che fai? siamo qui tutti.
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Colui rassicurato, illuminato dalla grazia del Signore, si gettò
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ai piedi dell'Apostolo dicendo: Che debbo fare per salvarmi?
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Fu istruito da San Paolo e battezzato con la sua intera
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famiglia e con molti altri. I magistrati si pentirono d'aver
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maltrattati Paolo e Sila senza ragioni e li dichiararono
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liberi.
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