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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
Istruzione II. — POTENZA DELLA PREGHIERA — Giorno II.
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Gesù propose ai discepoli una parabola intorno al dovere di pregare sempre senza mai stancarsi, dicendo: C'era in una città un giudice che non temeva Dio, né aveva rispetto ad alcuno. E c’era in quella una vedova che andava da lui a dirgli: Rendimi giustizia del mio avversario. E per molto tempo non volle, ma poi disse tra sé: Quantunque io non tema Dio, né abbia riguardo agli uomini, pure, siccome questa vedova mi dà molestia, le farò giustizia, ché non venga finalmente a rompermi il capo. Ascoltate, prosegui il Signore, quel che dice il giudice iniquo: Dio non farà giustizia ai suoi eletti che giorno e notte lo invocano, e sarà lento con essi? Vi assicuro che presto renderà loro giustizia. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, credete che trovi della fede sulla terra?
(Luc. XVIII, 1-9).
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La preghiera è elevazione della mente a Dio, la preghiera è domanda delle
cose che convengono all'anima. Vi è la preghiera
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sacramentaria, quella sacramentale e l'orazione.
Pregare... Ma a che serve pregare? Gli uomini comprendono che vale lo studio, che fa qualche cosa l'artigiano, che dà un utile il lavoro dei campi. Ma la preghiera è buona a qualcosa? Le braccia incrociate producono qualche cosa? Invece di tanta preghiera non sarebbe meglio operare? Ricordiamo il detto: buono il lavoro, meglio la preghiera, ottimo il soffrire.
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Fermiamoci perciò a considerare ora brevemente: 1) la potenza ed efficacia della preghiera; 2) quali grazie ci ottiene; 3) quanti gradi abbia.