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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
II. – Svolgimento del giudizio.
E comparirà nel cielo Gesù Cristo, seduto sulle nubi, preceduto dagli
Angeli: «Et tunc parebit signum Filii hominis in
coelo: et tunc plangent omnes tribus terrae; et videbunt Filium hominis
venientem in nubibus coeli cum virtute multa et majestate»17, a giudicare il mondo. Gli
angeli, dice S. Tommaso, «veniente Domino ad judicium, signum enim, et
alia passionis indicia demonstrabuntur»a, porteranno i
segni della Passione: la Croce risplenderà nel cielo in grande gloria e
rifulgerà come un sole, «in signum cui contradicetur»18. Per chi ha sperato in Gesù
Cristo la Croce è segno, argomento, merito e salvezza. Chi invece ha abusato
della misericordia e non ha amato Gesù Cristo, allora piangerà,
per non aver tenuto conto della sua salute, che tanto costò al Figlio di Dio. La salute ora si offre a tutti; tutti possono farsi santi; tutto dipende dall'approfittare o non approfittare del tempo. I giorni passano per tutti. L'altare l'abbiamo tutti, l'Eucarestia è per tutti, il Vangelo è per tutti, i Santi protettori e la Madonna sono per tutti. Tutti possono salvarsi. Chiamo in testimonio cielo e terra che vi ho posto innanzi la via della vita e la via della morte: eleggete, adunque, la vita.
E questa croce, quale accusa formidabile è per i tristi, i quali comprenderanno che essa è la loro condanna! Vorrebbero nascondersi e coprirsi: «Tunc incipient dicere montibus: cadite super nos, et collibus: operite nos»19. Eh, no! sarebbe troppo comodo sfuggire ora il castigo. Dovranno invece stare lì come inchiodati al pavimento ed aspettare la sentenza, e subirne tutta la pena e la vergogna. «O peccatori, esclama S. Gregorio, colui che non voleste ascoltare nella sua umiltà, lo vedrete nella sua potenza e maestà».
Ma per quelli che approfittano della Croce, per quelli che amano e cercano
sinceramente il Signore, Gesù è la salvezza: «Dei virtus
est»20. Quale
riconoscenza sentiranno per
i dolori che Gesù Cristo ha sofferto, per le piaghe del Salvatore! quale amore! E si solleveranno in aria e andranno incontro alla Croce, a Gesù, con gran festa e giubilo: «Deinde nos, qui vivimus, qui relinquimur, simul rapiemur cum illis in nubibus obviam Christo in aëra, et sic semper cum Domino erimus»21.
Approfittiamo noi delle grazie? Le stesse grazie saranno, per il tiepido, come accusa, mentre saranno, per il fervoroso, salvezza. Tutti si salvano, non per i propri meriti, ma per la Divina Misericordia. E questa misericordia è offerta a tutti. Salviamoci adunque, salviamoci, mentre abbiamo tempo. È tempo di lasciar da parte ogni sciocchezza, ogni altra preoccupazione, aspirazione, ogni altro programma, ogni altro desiderio che non sia quello di farci santi. Tutti i programmi, tutte le aspirazioni siano concentrate in una sola: farci santi, salvare l'anima nostra. «Festina et salvare»22. «Vi supplico, non sciupate le grazie».
Manifestazione della coscienza. Il fervoroso è fedele all'esame di
coscienza, il tiepido lo trascura. Chi è fedele all'esame di coscienza dimostra
una grande volontà di togliere il male, e una grande volontà di sostituirvi il
bene. Egli desidera di pulire, non di coprire il
difetto. Chi poco si cura della sua anima, cerca solo di coprire l'esterno, di salvare le apparenze: il discendere nell'anima per conoscere il suo stato gli ripugna. E copre i suoi peccati, i suoi difetti, e dissimula e si porta il veleno, il bacillo nel cuore, la tubercolosi nella propria anima; fa male a se stesso: massimamente se questo succede al confessionale. Chi così opera forma altri simili a sé; non possiamo fare gli altri buoni se non lo siamo noi stessi.
In un lavoro materiale, per esempio il muratore, ancorché bestemmiatore, può mettere insieme mattoni e fabbricare una bella chiesa; noi siamo invece in un lavoro soprannaturale: la vita soprannaturale viene dalla vita soprannaturale, come la vita naturale dalla vita naturale.
Beato chi ogni giorno si è studiato di togliere sempre più i pensieri vani, di pensare e giudicare sempre più secondo i lumi della fede. Beato chi continuamente ha tolto dal suo cuore sentimenti terreni e sempre si è sforzato di mettervi sentimenti santi, generosi, divoti.
Ogni bene, anche più occulto, anche se consumato nell'interno di una
camera, nel segreto del cuore, sarà svelato. Così sarà svelato ogni peccato,
ancorché commesso nella solitudine, nell'oscurità, nell'intimo dell'animo. E
sarà svelato proprio a chi si volle
nascondere, al confessore, al mondo intero: «Dominus... illuminabit abscondita tenebrarum, et manifestabit consilia cordium»23. In quel giorno Dio esaminerà Gerusalemme con la lampada in mano, visiterà gli uomini affogati nel fango, che van dicendo a se stessi: «Non faciet bene Dominus, et non faciet male»24; «Ego sum scrutans renes et corda: et dabo unicuique vestrum secundum opera sua»25: Io scruto i reni ed i cuori; rendo a ciascuno, secondo il suo operato. Le stesse opere buone saranno pesate, giudicate: «Ego justitias iudicabo»26; «Et Pater tuus, qui vidit in abscondito, reddet tibi»27: io lo pubblicherò ai quattro venti. Grideranno le pietre del muro, risponderanno le piante della selva: «Lapis de pariete clamabit: et lignum... respondebit»28.
Cominciò il giudizio, scrive il profeta Daniele, e i libri furono aperti: «Judicium sedit, et libri aperti sunt»29. Perciò la Chiesa canta:
In quo totum continetur,
«In quel giorno, dice il Crisostomo, il cielo, la terra, l'aria, l’acqua, il fuoco, l’erba, tutto si solleverà contro di noi per rendere testimonianza dei peccati, e noi non avremo nulla da opporre»31. «Nella mia somma povertà spirituale, andava dicendo S. Agostino, avrò per miei giudici tante persone, quanti sono gli uomini che mi precedettero per la strada delle buone opere; tanti saranno i rimproveratori a confondermi, quanti furono quelli che mi diedero buoni esempi; avrò tanti testimoni a convincermi quanti sono quelli che mi suggerirono sani consigli, utili avvertimenti».
Io ho abusato di tutte le creature, opera di Dio, per offenderlo: ho abusato della luce del sole e della luna...; ho abusato della terra e dell’aria...; ho abusato dell'acqua e del fuoco, del cibo e del vestito, ecc. Ben mi sta adunque che avendo macchiato tutte le creature, tutte ancora si sollevino ai miei danni, sia per vendicare il loro Creatore, sia per vendicare se stesse... Povero me! Che cosa sarà di me allora, solo, contro il sollevamento generale del cielo, della terra e dell'inferno?
Infatti in quel libro che verrà aperto, cioè nella nostra coscienza Iddio
leggerà due cose, l’una di fronte all'altra, come divise in due
colonne: la storia delle grazie di Dio concesse a noi; la corrispondenza nostra ai suoi favori ed inviti.
La conclusione è chiara: chi si esamina non sarà esaminato; chi si condanna e si pente, non sarà condannato, né punito. Siamo fedeli a questo esame, specialmente in principio della giornata, alla sera, preparandoci alla confessione, nel corso degli Esercizi Spirituali!