- Oportet orare
- Giorno III.
- Meditazione II. — L'INFERNO — Giorno III.
Precedente - Successivo
Clicca qui per nascondere i link alle concordanze
- 289 -
PREGHIERA
DI S. AGOSTINOg
Ante oculos tuos, Domine, culpas nostras ferimus, et plagas, quas
accepimus, conferimus.
Si pensamus malum quod fecimus, minus est quod patimur, maius est quod
meremur.
Gravius
est quod commisimus, levius est quod toleramus.
Peccati
poenam sentimus, et peccandi pertinaciam non vitamus.
In flagellis
tuis infirmitas nostra teritur, et iniquitas non mutatur.
Mens aegra torquetur, et cervix non flectitur.
Vita in
dolore suspirat, et in opere non se emendat.
Si expectas, non corrigimur; si vindicas, non duramus.
Confitemur in correctione, quod egimus; obliviscimur post visitationem quod
flevimus.
Si extenderis manum, facienda promittimus; si suspenderis gladium, promissa
non solvimus.
Si ferias, clamamus ut parcas; si peperceris, iterum provocamus ut ferias.
Habes,
Domine, confitentes reos; novimus quod, nisi dimittas, recte nos perimus.
Praesta, Pater omnipotens, sine merito quod rogamus, qui fecisti ex nihilo,
qui te rogarent. Per Christum Dominum nostrum. Amen.
- 290 -
290
g. Si riporta la traduzione di questa preghiera pubblicata in Sacerdote, ecco la tua meditazione, pp.
237-238: «Davanti ai tuoi occhi, o Signore, portiamo le nostre colpe, e
raduniamo le nostre ferite ricevute. Se pensiamo al male fatto, è minore ciò
che patiamo di ciò che meriteremmo. È più grave ciò che abbiamo commesso di quello
che sopportiamo. Sentiamo la pena del peccato e tuttavia non deponiamo la
pertinacia di peccare. Sotto i tuoi flagelli la nostra debolezza rimane
triturata, ma la nostra malizia non si corregge. La mente con difficoltà è
torturata, e la fronte non si abbassa. La vita nel dolore sospira, e non si
emenda nell’operare. Se tu aspetti, non ci correggiamo; se tu castighi non
sopportiamo. Quando siamo corretti confessiamo quello che abbiamo fatto; dopo
la tua visita dimentichiamo ciò che abbiamo pianto. Se stendi la mano,
promettiamo di fare; se rinfoderi la spada non manteniamo ciò che abbiamo
promesso. Se ferisci, gridiamo perché ci risparmi; se hai avuto riguardo,
nuovamente ti provochiamo perché ferisca. Abbi noi, o Signore, come rei
confessi: conosciamo che se tu non ci perdoni, noi giustamente periremo. Da’ a
noi, o Padre onnipotente, senza nostro merito, ciò che chiediamo, tu che ci hai
creati dal nulla, perché ti pregassimo. Per Cristo Signore nostro. Così sia».
Precedente - Successivo
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
IntraText® (V89) © 1996-2005 EuloTech