Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo
Oportet orare

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 289 -


PREGHIERA DI S. AGOSTINOg

 

            Ante oculos tuos, Domine, culpas nostras ferimus, et plagas, quas accepimus, conferimus.

            Si pensamus malum quod fecimus, minus est quod patimur, maius est quod meremur.

            Gravius est quod commisimus, levius est quod toleramus.

            Peccati poenam sentimus, et peccandi pertinaciam non vitamus.

            In flagellis tuis infirmitas nostra teritur, et iniquitas non mutatur.

            Mens aegra torquetur, et cervix non flectitur.

            Vita in dolore suspirat, et in opere non se emendat.

            Si expectas, non corrigimur; si vindicas, non duramus.

            Confitemur in correctione, quod egimus; obliviscimur post visitationem quod flevimus.

            Si extenderis manum, facienda promittimus; si suspenderis gladium, promissa non solvimus.

            Si ferias, clamamus ut parcas; si peperceris, iterum provocamus ut ferias.

            Habes, Domine, confitentes reos; novimus quod, nisi dimittas, recte nos perimus.

            Praesta, Pater omnipotens, sine merito quod rogamus, qui fecisti ex nihilo, qui te rogarent. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

 



- 290 -


290




g. Si riporta la traduzione di questa preghiera pubblicata in Sacerdote, ecco la tua meditazione, pp. 237-238: «Davanti ai tuoi occhi, o Signore, portiamo le nostre colpe, e raduniamo le nostre ferite ricevute. Se pensiamo al male fatto, è minore ciò che patiamo di ciò che meriteremmo. È più grave ciò che abbiamo commesso di quello che sopportiamo. Sentiamo la pena del peccato e tuttavia non deponiamo la pertinacia di peccare. Sotto i tuoi flagelli la nostra debolezza rimane triturata, ma la nostra malizia non si corregge. La mente con difficoltà è torturata, e la fronte non si abbassa. La vita nel dolore sospira, e non si emenda nell’operare. Se tu aspetti, non ci correggiamo; se tu castighi non sopportiamo. Quando siamo corretti confessiamo quello che abbiamo fatto; dopo la tua visita dimentichiamo ciò che abbiamo pianto. Se stendi la mano, promettiamo di fare; se rinfoderi la spada non manteniamo ciò che abbiamo promesso. Se ferisci, gridiamo perché ci risparmi; se hai avuto riguardo, nuovamente ti provochiamo perché ferisca. Abbi noi, o Signore, come rei confessi: conosciamo che se tu non ci perdoni, noi giustamente periremo. Da’ a noi, o Padre onnipotente, senza nostro merito, ciò che chiediamo, tu che ci hai creati dal nulla, perché ti pregassimo. Per Cristo Signore nostro. Così sia».




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2005 EuloTech