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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
II. – Necessità della fiducia.
Consideriamo Abramo. Egli aveva avuto la promessa che nella sua discendenza sarebbero state benedette tutte le genti, e da lui sarebbe nato il Salvatore del mondo: «Faciamque semen tuum sicut pulverem terrae»2. Ma intanto egli era ormai vecchio, non aveva che un figliuolo, e riceve da Dio l'ordine di portarsi sul monte a sacrificarlo: «Abraham... tolle filium tuum unigenitum, quem diligis, Isaac...: atque offeres eum in holocaustum»3. La fiducia di Abramo, nelle parole di Dio e nelle
sue promesse, era messa a ben dura prova. Come nascerà il Salvatore dalla mia discendenza se l'unico mio figlio deve essere immolato? E tuttavia, sapendo bene egli che Iddio non avrebbe certamente mancato alla sua promessa, prese con sé il figlio e si avviò con la legna al luogo indicato da Dio per il sacrificio. Isacco domandò ad un certo punto al padre: «Pater mi,... ecce... ignis et ligna: ubi est victima holocausti?»4. Iddio provvederà, figlio mio, disse Abramo. Egli aveva fiducia. E quando l'altare era stato eretto ed egli, obbediente alla voce di Dio, stava per offrire il sacrificio del figliuolo, il Signore, per mezzò dell'Angelo, fermò la sua mano: «Non extendas manum tuam super puerum, neque facias illi quidquam: nunc cognovi quod times Deum, et non pepercisti unigenito filio tuo propter me»5. Difatti la sua obbedienza fu premiata per questa fede che egli ebbe, e meritò che la sua discendenza fosse benedetta. E S. Paolo dice: «Abraham credidit Deo, et reputatum est illi ad iustitiam»6. Ebbe, perciò, questo santo Patriarca, la grazia che nella sua stirpe nascesse il Divin Salvatore.
Il Sacerdote di fede avrà figliuolanza numerosissima.
Gesù, prima di esaudire, di solito richiedeva un atto di fede. «Due ciechi seguirono Gesù, gridando e dicendo: Abbi pietà di noi, o Figlio di Davide!... E Gesù disse loro: Credete che io possa fare questo? Gli risposero: Si, o Signore. Allora toccò loro gli occhi, dicendo: Vi sia fatto secondo la vostra fede7. – Entrato Gesù in Cafarnao, s'accostò a lui un centurione, e lo pregava, dicendo: Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente. E Gesù a lui: Io verrò e lo guarirò. Ma il centurione, rispondendo, soggiunse: Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io sono uomo sottoposto ed ho dei soldati sotto di me, e dico a questo: va’, ed egli va; e a quello: vieni, ed egli viene; ed al mio servitore: fa’ questo, e lo fa. Gesù, udite queste cose, ne restò ammirato, e disse a coloro che lo seguivano: In verità, vi dico che non ho trovato tanta fede in Israele!... E Gesù disse al centurione: Va', e come hai creduto ti avvenga»8.
Anzi la fede, secondo Gesù, è la misura
dell'esaudimento: «Habete fidem Dei. Amen dico vobis, quia quicumque dixerit huic monti: Tollere, et mittere in mare, et non haesitaverit in corde suo, sed crediderit, quia quodcumque dixerit, fiat, fiet ei. Propterea dico vobis, omnia quaecumque orantes petitis, credite quia accipietis, et evenient vobis»9.
Se la fede era più grande, ottenevano una grazia più grande, e se era poca, la grazia era anche minore.
Gesù era venuto in casa di Marta e di Maria; gli dissero che Lazzaro era sepolto da quattro giorni: «Domine, si fuisses hic, frater meus non fuisset mortuus»10. Gesù rispose: «Resurget frater tuus,... credis hoc?»11. Marta rispose: «Utique, Domine, ego credo, quia tu es Christus Filius Dei vivi qui in hunc mundum venisti»12.
S. Bernardo si esprime così: «L'olio della misericordia di Dio non discende
se non nei vasi della fiducia», cioè Dio concede solamente alla fede e secondo
la misura della fede. San Giuseppe B. Cottolengo ripeteva spesso: «Abbiate
fede; ci vuol fede, ma di quella!», e voleva dire di quella che fa i
miracoli. Il confessore diceva di lui: «Lasciatelo fare; poiché il Can. Cottolengo ha più fede che tutta Torino assieme».
È molto chiaro; possiamo comprenderlo. La fede ci fa credere alla potenza di Dio, alla sua bontà, alle sue promesse.
Bisogna che nelle nostre preghiere non manchi la fiducia. E perché non avere fiducia in Dio? Forse che il Signore non possa concedere quella grazia? Ma il Signore ne ha già fatte tante di queste grazie, ha fatto già cento, mille, milioni di santi; non potrà santificare anche te? Ed è questa la grazia principale che dobbiamo chiedere: «Omnis qui habet hanc spem in eo (Deo), sanctificat se, sicut et ille sanctus est»13. Sì, chiediamo e otterremo. Il Signore può farci santi. Non possiamo neppure dire: ma io sono da tanto tempo ostinato; no, il Signore può, sta sicuro; se fosse anche un miracolo, il Signore lo farà.
Non può il Signore che ha creato l'occhio, guarire un occhio infermo? Non
può il Signore ridare la salute ad un ammalato, quando ha creato tutto l'uomo?
Non può il Signore provvedere di pane i suoi figliuoli, quando nutre miliardi
di uomini? Li ha sempre
nutriti e sempre li nutrirà, fino alla fine del mondo. Non può il Signore illuminare la tua mente, mentre che il Figliuolo di Dio è lo splendore del Padre che «illuminat omnem hominem venientem in hunc mundum?»14. E come non potrebbe illuminarti, darti di scienza quanto è necessario? Perché temi?
Puoi dubitare tu della sua misericordia e della sua bontà? Ah! Sapessimo comprendere il Cuore di Gesù, e conoscessimo il Padre nostro Celeste! «Haec est voluntas Dei, sanctificatio vestra»15. Conoscessimo quel Gesù che per darci le grazie è morto sulla croce, onde riconciliarci con Dio! Egli sparse il suo Sangue fino all'ultima goccia! Quando il Padre ci ha dato lo stesso Figliuolo, come non ci darà anche il resto?
Diciamo a nostra umiliazione e nello stesso tempo ad edificazione che assai
più desidera Iddio di concederci le grazie, che noi di riceverle. Noi
desideriamo così poco, e preghiamo tanto debolmente e con così poca fiducia.
Invece il Figliuolo di Dio sta ogni giorno nel Tabernacolo pregando per noi; lo
Spirito Santo, «postulat pro nobis gemitibus inenarrabilibus»16. La Madonna, gli Angeli Custodi, i
Santi protettori e tutto il paradiso continuamente son pronti ad aiutarci con la loro intercessione. Il Cielo tutto ci desidera assai più la salvezza eterna, che non desideriamo noi di raggiungerla. Dubitiamo delle promesse di Dio? «Fidelis Dominus in omnibus verbis suis»17. È promessa divina: «Quodcumque petieritis Patrem in nomine meo, det vobis»18. Il Signore si è impegnato e il Signore è fedele. Il cielo è popolato di anime che hanno pregato: tutti i Santi elevati agli onori degli altari sono arrivati a quel punto perché hanno pregato molto, e tutti i dannati si sono perduti perché non hanno pregato, o hanno pregato poco, o hanno pregato male. Non mettiamo in dubbio la fedeltà di Dio, sarebbe ingiuriarlo; piuttosto cerchiamo se noi siamo fedeli a pregare costantemente.