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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo
Oportet orare

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II. – Necessità della perseveranza.

            Necessità. - La perseveranza finale non si può da noi meritare come insegna il Concilio di Trento, dicendo: «Non può ottenersi da verun altro, se non da Colui che ha la potenza di rendere stabile quello che sta, acciocché perseverantemente stia»20. Nulladimeno, dice S. Agostino, che questo gran dono della perseveranza in qualche modo ben può meritarsi colle preghiere, cioè pregando impetrarsi21. E soggiunge il P. Suarez, che chi prega infallibilmente l'ottiene. Ma per ottenerlo e salvarsi, dice S. Tommaso, è necessaria una perseverante e continua preghiera22. E prima lo disse più volte il nostro medesimo Salvatore: «Bisogna sempre orare, né mai stancarsi»23. «Vegliate adunque in ogni tempo, pregando di essere fatti degni di schivare tutte queste cose che debbono avvenire; e di star con fiducia dinanzi al Figliuolo dell'Uomo»24.



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Lo stesso sta scritto prima nel Vecchio Testamento: «Nessuna cosa ti ritenga dal sempre orare»25. «Benedici Dio in ogni tempo, e pregalo, che regga i tuoi andamenti»26. Quindi l'Apostolo inculcava ai suoi discepoli, che non lasciassero mai di pregare: «Orate senza intermissione»27. «Siate perseveranti nell'orazione, vegliando in essa»28. «Bramo adunque, che gli uomini preghino in ogni luogo»29. Il Signore ben vuole darci la perseveranza, e la vita eterna, ma, dice S. Nilo, non vuol concerderla se non a chi perseverantemente gliela domanda30. Molti peccatori coll'aiuto della grazia giungono a convertirsi a Dio, ed a ricevere il perdono; ma poi perché lasciano di cercare la perseveranza, tornano a cadere e perdono tutto31.

            Ecco le parole di Gesù: «Se uno di voi ha un amico, e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché un amico mio è arrivato di viaggio in casa mia e non ho che porgli davanti e quello di dentro rispondendo, dica: Non mi far noia; l'uscio è già chiuso ed i miei figliuoli sono con me a letto:



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e non posso levarmi e darteli! Ma se l'altro seguiterà a picchiare, vi assicuro, che quand'anche non si levasse a darglieli perché suo amico, pure per l'importunità di lui si leverà a dargliene quanti ne ha bisogno. Ed io vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto. Infatti chi chiede riceve, chi cerca trova, e a chi picchia sarà aperto»32.

            Perseverate, perseverate! Gesù disse: «C'era in una città un giudice che non temeva Dio, né aveva rispetto ad alcuno. E c'era in quella una vedova che andava da lui a dirgli: Rendimi giustizia del mio avversario. E per molto tempo non volle, ma poi disse tra sé. Quantunque io non tema Dio, né abbia riguardo agli uomini, pure, siccome questa vedova mi molestia, le farò giustizia, ché non venga finalmente a rompermi il capo»33.

            Era chiara la parabola di Gesù.

            Gesù disse ancora: «Chiedete e vi sarà dato: cercate e troverete: picchiate e vi sarà aperto. Ché chiunque chiede, riceve: chi cerca, trova: e sarà aperto a chi picchia. E chi è mai tra voi, che, se il figlio chiede del pane, gli porga un sasso? e se chiede un pesce, gli dia un serpe? Se dunque voi, cattivi come siete, sapete dare



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dei buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre, che è nei cieli, concederà cose buone a coloro che gliene domandano?»34.

            Gesù nell'orto degli ulivi andò tre volte dagli Apostoli a svegliarli perché pregassero. E Gesù tornò per suo conto tre volte a pregare: «Oravit tertio, eundem sermonem dicens»35. Perché? Perché fin che si prega si ottiene. Cessata la preghiera cessa la forza.

            E sta bene qui l'esempio di Mosè: «Or Amalec venne a combattere contro Israele a Rafidim. E Mosè disse a Giosuè: Fa’ scelta d'uomini, e va’ a combattere contro Amalec: domani io starò sul monte colla verga di Dio in mano. Giosuè fece come Mosè aveva ordinato; e combatté contro Amalec, mentre Mosè, Aronne ed Hur stavano sulla vetta del monte. E quando Mosè teneva in alto le mani, Israele vinceva; se invece le abbassava un poco, aveva il sopravvento Amalec. Ma siccome le braccia di Mosè s'erano stancate, presa una pietra, gliela misero sotto, e ce lo fecero sedere, e Aron ed Hur, uno da una parte e uno dall'altra, gli sostenevan le braccia in modo che esse ressero fino al tramonto del sole. E così Giosuè mise in



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fuga Amalec e la sua gente, passandoli a fil di spada»36.

            Quante anime e quante cose vivono di preghiera.

            Le adorazioni continue, o laus perennis, saranno corrisposte dal cielo con grazia continua. Alla forza, al comando, agli avvertimenti si dirà di no, ma davanti a Dio non resisteremo. «Ecce rogavi te, et audire me noluisti, disse S. Scolastica al fratello S. Benedetto, che non voleva aderire alla sua domanda, rogavi Deum meum et audivit me»37.

            Chi prega da giovane, ha grazie da giovane; chi prega da adulto ha grazie da adulto; chi prega da vecchio ha grazie da vecchio, e si fa una continuità di virtù che va fino all'ultima ora della vita e così sino al paradiso. «Perseverantibus autem dabitur», ai perseveranti vien dato.

            Non basta pregare un giorno, due o dieci, bisogna pregare tutti i giorni; bisogna pensare che tutti i giorni aumentano i doveri, e che quindi ogni giorno dobbiamo aumentare un po' le preghiere, se non nella durata perché non si potrà, forse, almeno nella bontà, nella qualità della preghiera. Mangiando oggi



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ho le forze per oggi; ma anche domani dovrò mangiare; e poi ogni giorno, sempre finché sarò sulla terra; così per l'anima, finché avremo conseguita la vita interminabile: il cielo.

            Ecco la legge: la grazia viene in quanto noi preghiamo e confidiamo in Dio. S. Francesco di Sales aveva combattuto e pregato per vent'anni una passione e vinse: «Perseverantibus autem dabitur», ai perseveranti verrà dato. Quando la Chiesa si trovò nei pericoli più burrascosi si perseverò nella preghiera, e perseverando nella preghiera la Chiesa fu liberata dai suoi nemici e riportò i più bei trionfi.

            Esaminiamo se noi siamo perseveranti nella preghiera e se vi portiamo la necessaria fiducia. Il mezzo è infallibile. Se vogliamo le grazie preghiamo, e se le vogliamo fino alla fine, preghiamo fino al termine della nostra vita: «Qui perseveraverit usque in finem, hic salvus erit»38.

            I Diaconi furono eletti perché gli Apostoli fossero più liberi di attendere alla preghiera ed alla predicazione: «Nos vero orationi instantes erimus»39.

 

            Sia lodato Gesù Cristo.

 



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20 Sess. VI, c. 13.

21 De dono perseverantiae, c. 6.

22 P. 3, q. 39, a. 5.

23 Luc. XVIII, 1.

24 Luc. XXI, 36.

25 Eccli. XVIII, 22.

26 Tob. IV, 20.

27 I Thess.. V, 17. Pregate incessantemente.

28 Col. IV, 2.

29 I Tim. II, 8.

30 De orat. c. 32.

31 S. Alfonso: Del gran mezzo della preghiera.

32 Luc. XI, 5-10.

33 Luc. XVIII, 1-5.

34 Matth. VII, 7-11.

35 Matth. XXVI, 44. Pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.

36 Exod. XVII, 8-13.

37 Breviario Romano. “Ho pregato te, e non mi hai voluto esaudire”, “ho pregato il mio Dio e mi ha esaudita.

38 Matth. X, 22. “Chi persevererà sino alla fine sarà salvato.

39 Act. VI, 4. “Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera.




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