Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo
Oportet orare

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 32 -


II. – In che cosa sta il nostro fine.

 

            Siamo fatti per il cielo. Che cos'è il cielo? Il cielo è la visione di Dio; il cielo è il possesso e godimento di Dio: visione, possesso e godimento che avrà l'anima e il corpo.

            Vedremo il Signore, lo contempleremo. L'anima nostra s'immergerà nella considerazione eterna di Dio. Che cosa fanno i beati in cielo? Vedono Dio, faccia a faccia, com'egli è. L'uomo è fatto per la verità, perché è destinato al cielo, dove regna Dio, somma, essenziale, infinita verità. L'inganno, la bugia, l’esteriorità non entrano in cielo.

            Il cielo è possedere il Signore. Non è il



- 33 -


33

 

possedere qualche cosuccia della terra, quattro penne di pavone per ornarci, no; il cielo è posseder Dio, il Signore, il massimo Bene, che compendia tutti i beni, la sorgente di ogni bene. Paragonata al cielo, vana è la bellezza di questa terra. Ciò che importa è Iddio, il sommo bene! E l'anima vorrà solo il Signore, perché capirà che tutto il resto è vanità: «Vanitas vanitatum, et omnia vanitas»9, tutto quanto. Già lo si comprende su questa terra, ma quanto più lo si comprenderà al giudizio di Dio! Come un uomo assetato, affamato si getta su quel bicchiere d'acqua, su quel tozzo di pane per saziarsi, così l'anima in Dio, dove potrà estinguere la sua fame. Il nostro cuore potrà amare il Signore, nostra eterna felicità! «Intra in gaudium Domini tui»10.

            Siamo membra di Gesù Cristo e ogni membro ha la felicità del capo. Il capo è Gesù Cristo: se Gesù entra nel consorzio, diciamo così, della SS. Trinità, noi pure entreremo in quel circolo di felicità, e l'anima si effonderà in cantici di adorazione, di ringraziamento, di amore, di lode, di domanda. Il cielo farà un coro delle lodi più belle, degli inni più sublimi, delle armonie più estasianti.

 



- 34 -


34

 

            Io sono creato per la verità. Si disfarà a suo tempo il corpo, e noi subiremo l'umiliazione di morte. I primi sintomi si fanno già sentire; cominciamo a stancarci, cominciamo ad aver certi bisogni, perché il corpo non resiste a maggiori fatiche; si cominciano a passare notti insonni; si sente che si ha bisogno degli occhiali, perché non si vede; non si sente più bene; non si ha più l'agilità di prima, e poi certe indisposizioni... La morte anzi può avvenire nel maggior rigoglìo delle forze.

            Che cosa mi rimarrà? Che il mio corpo vada a purgarsi nella terra e disfatto risorga trasformato, come il grano che, seminato, si rinnova moltiplicato. E risorgerà un giorno: e che questo corpo abbia ad entrar nel gaudio! Ma ci penso io? vivo di questo? Se noi pensassimo a questo che è il massimo, l’unico, l’unum necessarium, noi diverremmo più sapienti. Tremendo pensiero, non tanto per i peccati fatti, quanto per il bene tralasciato! – Il Signore mi accuserà di avere qualche volta per leggerezza o per debolezza ceduto alla passione, ma specialmente mi farà vedere ciò che si attendeva da me e che non ho fatto, la moltitudine di anime che dovevano essere salvate da me... oh, allora!... Giusto ed imperscrutabile è il giudizio di Dio.

 



- 35 -


35

 

           




9 Eccl. I, 2. Vanità delle vanità, tutto è vanità.

10 Matth. XXV, 21. Prendi parte alla gioia del tuo padrone.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2005 EuloTech