Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
III. – Come prepararci al fine.
Dunque mi salverò io? E chi si salverà? Si salverà chi prega bene. La vita dev'essere una preparazione al cielo. Chi arriverà a veder Dio? Chi medita, chi ha fede e chi vive di fede. Per arrivare alla visione beatifica bisogna che ci prepariamo ai beni che ci svelerà il lumen gloriae.
Noi sacerdoti, se non siam fedeli alla meditazione, non ci possiamo salvare. Chi legge vite di Santi, chi fa letture spirituali, chi legge la Sacra Bibbia, chi sente volentieri la parola di Dio, chi contempla le verità soprannaturali, chi cresce di giorno in giorno in fede, giungerà alla visione beatifica; mentre chi abbandona la fede, che vede sempre le cose solo come gli uomini comuni e disfà in sé il cristianesimo, lo stato religioso ed il sacerdozio, come potrebbe arrivarvi? Al fine soprannaturale si richiedono mezzi soprannaturali.
Che cosa dire se noi ci fermassimo a curiosare, a giudicare il prossimo, a leggere cose che non ci riguardano? Val più il semplice pensiero «sono creato per Dio» che non mille altre teorie se queste ci distogliessero dal fine. Una vecchia che sappia solo amare il Signore, una fanciulla che si chiama Bernardetta, dei poverelli che ci fan pietà, quante volte sono più grandi di noi!
36
La preghiera ci otterrà doppio premio, quando noi non solo preghiamo, ma predichiamo, scriviamo e diamo l'esempio di orazione. Se noi predicheremo, scriveremo, parleremo della fede e diffonderemo libri quanto più è possibile, Dio si rivelerà a noi con più alta visione beatifica.
Il paradiso è possesso di Dio ed io bisogna che lo ami questo Dio. Lo amiamo Iddio? Stiamo volentieri in compagnia di Gesù? Preghiamo bene? Molti sacerdoti vanno alla preghiera per tempo, vi stanno quanto occorre; quando vi sono, vi sono immersi, sono proprio a contatto con Dio. Escono dalla preghiera più tardi che possono e sentono fatica nel doverla lasciare; si partono perché il dovere li chiama altrove, ma si fanno una santa violenza nel doversi staccare dal Tabernacolo; si partono per ritornarvi appena che potranno. Essi, in ogni quadretto della loro cameretta, in ogni anima con cui trattano, in ogni pagina che leggono, si elevano, vedono, considerano Iddio. Ognuno cade dalla parte dov'è inclinato e quest'anima essendo inclinata verso Dio, cadrà in Dio, al punto della morte.
Queste anime già sulla terra quando possono sottrarsi dalle occupazioni,
vanno dove sono inclinate, davanti al Signore, nel Cuore di Gesù. Quando invece
si ama poco la preghiera,
37
non si prepara il cuore, si disputano i momenti col Signore, sembrano troppo lunghi; si sottrae alla preghiera quanto si può; poi anche quando vi si è si hanno mille distrazioni e pensieri; la si reputa occupazione fastidiosa e la si confina nei momenti più tardi della giornata.
La felicità è eterna, il paradiso è godimento: prepariamoci. Amiamo il Rosario, l'Ufficio, le Messe, le divozioni, in una parola la preghiera sacramentaria, sacramentale e l'orazione. La terra esprime il tono che canteremo per tutta l'eternità. Un tono dunque alto prendiamo, un tono sublime, celestiale, angelico; sarà così il nostro canto per tutta l’eternità.
38