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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
a) La confessione davanti a noi stessi.
a) La confessione davanti a noi stessi: e cioè dobbiamo entrare in noi e confessare a noi come siamo in fatto di pietà.
«Quanti mercenarii in domo patris mei abundant panibus, ego autem hic fame pereo»1. Ecco la sua confessione: «Ego autem hic fame pereo».
Io sono il figlio prediletto della Chiesa, sono il ministro di Dio, dò il
pane eucaristico ai fratelli, predico sulla pietà: l'ho io la pietà? «Quanti mercenarii» cioè servi, nella
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Chiesa di Dio «abundant panibus», perché fanno le visite al SS. Sacramento, ricevono con devozione l'Eucarestia, frequentano la Messa, vanno spesso alla Comunione. Ego autem, io poi, minister et Sacerdosa, non dovrò mica confessare con triste amarezza quello che ha confessato il figliuol prodigo: Ego autem hic fame pereo? Io invece faccio qualche cosa di esteriore, in realtà però poco di interno; mangio e non mi nutro, perché non digerisco, cioè non faccio il ringraziamento.
La più bella, la più santa cosa è l'angolo della cameretta dove noi ci ritiriamo dopo che ci siamo occupati degli altri; ci mettiamo dinanzi a Dio e ci interroghiamo: faccio quanto insegno? Questo Gesù che pende dalla croce vede fino in fondo all'anima mia: lo imito come esorto in confessionale? lo imito più degli altri? Io, che sono il maestro di preghiera, come prego? La confessione dunque in primo luogo deve essere fatta a noi stessi, e questo si fa nell'esame di coscienza.