Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
b) Pene del senso.
b) Pene del senso. Soffrono tutti i sensi del povero dannato.
1. Gli occhi saranno ripieni di fuoco e lacrimeranno inconsolabilmente. Sarà
tormentata la vista colle tenebre. Che compassione fa il
281
sentire che un povero uomo sta chiuso in una fossa oscura, mentre vive per quaranta, cinquant'anni di vita! L'inferno è una fossa chiusa da tutte le parti, dove non entrerà mai raggio di sole o di altra luce: «In aeternum non videbit lumen»19. Il fuoco che sulla terra illumina, nell'inferno sarà tutto oscuro. «Vox Domini, dice il Salmista, intercidentis flammam ignis»20. Spiega S. Basilio: il Signore dividerà il fuoco dalla luce, onde tal fuoco farà solamente l'ufficio di bruciare, ma non di illuminare, e lo spiega più in breve S. Alberto Magno: «Dividet a calore splendorem», dividerà lo splendore dal calore. Lo stesso fumo che uscirà da questo fuoco comporrà quella procella di tenebre, di cui parla l'apostolo San Giuda, che accecherà gli occhi dei dannati: «Quibus procella tenebrarum servata est in aeternum»21. Dice S. Tommaso che ai dannati è risevato soltanto di luce quanto basta a più tormentarli. Vedranno in quel barlume di luce la bruttezza degli altri reprobi e dei demoni che prenderanno forme orrende per più spaventarli.
2. Gli orecchi sentiranno maledire ed insultare e udiranno bestemmie ed urla.
Sarà tormentato l'udito cogli urli continui e pianti di
282
quei poveri disgraziati, disperati. I demoni faranno continui strepiti: «Sonitus terroris semper in auribus illius»22. Che pena è quando si vuol dormire e si sente un infermo che continuamente si lamenta, un cane che abbaia, o un fanciullo che piange! Miseri dannati, che han da sentire di continuo per tutta l'eternità quei rumori e le grida di quei tormentati.
3. La gola che avrà fame e sete canina, la lingua lacerata dal fuoco, il cuore roso dall'invidia e dalla rabbia contro i beati. Sarà tormentata la gola colla fame; avrà il dannato una fame canina: «Et famen patientur ut canes»23. Ma non avrà mai una briciola di pane. Avrà poi una tal sete che non gli basterebbe tutta l'acqua del mare; ma non ne avrà neppure una stilla. Una stilla ne domandava il ricco Epulone, ma questa non l'ha avuta ancora, e non l'avrà mai, mai.
4. Sarà tormentato l'odorato. Che pena sarebbe trovarsi chiuso in una stanza
con un cadavere fracido! Il dannato deve stare in mezzo a tanti milioni d'altri
dannati vivi alla pena, ma cadaveri alla puzza che mandano. Dice San
Bonaventura che se un corpo di un dannato fosse cacciato dall'inferno,
basterebbe a
283
far morire per la puzza tutti gli uomini. E poi dicono alcuni pazzi: Se vado all'inferno, non sono solo. Miseri! quanti più sono all'inferno tanto più penano. Ivi, dice S. Tommaso, la compagnia dei miseri non scemerà la miseria, ma piuttosto l'accrescerà: «Ibi miserorum societas miseriam non minuet, sed augebit»24. Più penano, dico, per la puzza, per le grida e per la strettezza: poiché staranno nell'inferno l'un sopra l'altro, come pecore ammucchiate in tempo d'inverno: «Sicut oves in inferno positi sunt»25. Anzi, più, staran come uve spremute sotto il torchio dell'ira di Dio: «Et ipse calcat torcular vini furoris irae Dei omnipotentis»26.
I dannati piangeranno e malediranno incessantemente senza aver riposo,
perché ormai sono sotto l'onnipotenza e giustizia di Dio. Dunque questo fuoco
della giustizia di Dio sarà sapiente, perché brucerà quella parte che più avrà
peccato; sarà inestinguibile, perché brucierà senza consumare; sarà
accesissimo, perché non è dato per misericordia di Dio, per gli usi umani, ma
solo per castigare. «Quis poterit habitare de vobis cum igne
devorante? quis habitabit ex vobis cum ardoribus
284
sempiternis?»27, tu che non puoi sopportare, sottometterti ad una piccola pena, ad una piccola mortificazione?