96b - Lettera al Conclave

 

Alla morte di Clemente XIV, il cardinale Castelli chiese al suo santo amico Alfonso una lettera che aiutasse il conclave nella scelta del successore.

Questa lettera, sollecitata dal Castelli è diretta a D. Traiano Trabisonda, per servirsene nel Conclave.

Ma è meglio qui riferire le parole stesse del Tannoia che (lib. III. cap. 55) così scrive in proposito: "L'eminentissimo Castelli, ben sapendo il gran credito che presso tutti godeva Alfonso per lo spirito di Dio che l'animava, e di qual peso fosse presso i Cardinali la sua autorità, volle (essendo imminente il tempo che questi dovevan chiudersi nel Conclave) che egli, come rispondendo ad una persona zelante ed amica che ne lo avesse richiesto, stendesse in una lettera i principali abusi che dovevan togliersi dalla Chiesa e dall'ecclesiastica gerarchia, e le altre cose che dovevan prendersi in considerazione nell'elezione del nuovo Papa.

Ciò chiese il Cardinale, per fare presente questa lettera nel Conclave, affinché si eleggesse un Papa, quale si richiedeva in quelle circostanze. Arrossì Alfonso a questo comando; ma tuttavia, tanto per lo zelo della divina gloria, quanto per ubbidire a un Eminentissimo che egli tanto stimava, raccomandatosi prima a Dio, gli rispose a' 23 di ottobre 1774".

Fu letta nel conclave che avrebbe eletto Pio VI ?

Non lo sappiamo, ma quelle pagine restano una testimonianza importante della visione della Chiesa universale, in questo doloroso periodo, di Alfonso de Liguori: perciò è tutta da leggere.

Ma Alfonso... perse il suo inchiostro, perché il Papa che, il 15 febbraio, sarebbe uscito al 265° scrutinio da un conclave troppo condizionato dalla politica, sarà suppergiù l'antitesi del ritratto fatto da lui.

Cf. Th. ReyMermet,

Il Santo del secolo dei lumi

Città Nuova 1982, pp. 754-755