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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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96. AL RE DI NAPOLI.

Lo supplica di voler concedere il suo beneplacito per l'esistenza legale delle già fondate case della Congregazione.

 

[FEBBRAIO 1748].

 

S. R. M.,

 

IL sacerdote Alfonso de' Liguori, insieme con i suoi compagni missionari, detti del SSmo Salvatore, umilmente supplicante espone a V. M., come non avendo stimato bene la

 


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V. M. di accordare il suo Real permesso, acciocché la loro compagnia, unitamente all'altra de' sacerdoti nominati del SS. Sacramento, insieme colle altre loro case, si erigessero in una Congregazione, sicché d'ambedue se ne formasse una sola:1 pertanto supplica la M. V. a degnarsi di concedere il suo Real beneplacito almeno e solamente per le loro quattro case, che stan situate nelle diocesi di Salerno, Nocera, Bovino e Conza, affinché coll'autorità di V. M. si stabilisca la loro Opera in beneficio della povera gente della campagna, come a V. M. è ben noto.

Si protesta esso supplicante di non volere fondare più case, ma solo di vedere stabilite queste che vi sono. Ed in quanto all'acquisto de' beni per lo mantenimento di esse case, e dell'opera delle missioni, si contenta che la V. M. disponga e tassi come meglio stima; giacché esso supplicante, purché veda formata questa santa Opera coll'autorità della M. V., resterà appagato di tutto quello che gli prescriverà: mentre non pretende già che le sudette case diventino ricche, ma solo elle abbiano appena il sufficiente a mantenere l'Opera, per la propagazione della gloria di Dio, e per lo profitto de' suoi vassalli.

E in caso mai, quod absit, che i soggetti di tal Congregazione mancassero dal loro Istituto e l'Opera decadesse, esso supplicante, in nome suo e di tutti i suoi compagni, si contenta, anzi prega V. M., che in tal caso s'interponga col Sommo Pontefice, acciocché dismetta e sopprima non solo qualunque delle loro case, ma tutta la Congregazione insieme. E da ora esso supplicante, in nome di tutti i Congregati presenti e futuri, si obbliga di non difendere in verun modo giuridico la loro condotta, ne contradire; ma di sottoporsi in tutto a quello che stimerà e rappresenterà la M. V., poiché esso supplicante e tutti i suoi compagni altro non desiderano che, con tal Opera, resti appagato


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lo zelo, che ha V. M. del bene di questa gente abbandonata delle campagne: sperando di più che in avvenire tal condizione abbi anche a servire per freno a tutti i Congregati per non rilasciarsi, e di stimolo per conservarsi nello spirito e proseguire l'Opera, secondo sinora da essi si è praticato; e l'avrà a grazia, ut Deus.

 

ALFONSO DE LIGUORI.

 

Conforme ad una copia che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




1 Da questa supplica si scorge che, sebbene il Santo fosse affatto contrario alla unione della sua Congregazione con quella di D. Vincenzo Mannarini, pure il Cappellano Maggiore si era impegnato per conseguire questa unione.




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