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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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113. AL MEDESIMO.

Si consola de' bei sentimenti da esso espressigli, e l'incarica di varie commissioni.

 

CIORANI, 1 FEBBRAIO [1750].

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

La vostra lettera mi ha consolato con i suoi belli sentimenti di umiltà e di rassegnazione. Io però non ne dubitava, e perciò mi ho preso tanta libertà. E certo ch'io vi stimo ed amo assai.

Circa li figliuoli di Morra, V. R. dice bene: è difficilissimo che il Vescovo ammetta li patrimoni presentati, onde facilmente risponderebbe come rispose per Niccolò. Onde, sempreché li patrimoni almeno son costituiti con istromenti e sono certi, V. R. può mandare li due figliuoli, col patto consaputo dell'esame.

D. Paolino [Scibelli], regolatevi a mandarlo, secondo la lettera vi scrissi. Basta che arrivi verso li principi della missione. E prego anch'io D. Angelo1 che vi aiuti.

Per [D. Pasquale] Amendolara, è certo che se non andate di persona all'Arcivescovo, non si fa niente.


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Per la fabbrica,1 sento li debiti ecc. Ma pensate che l'Arcivescovo, avendo dati li 100 ducati suoi e quelli altri de' preti, vuol sentire che si fabbrica. V. R. si regoli colla sua prudenza e faccia tutto ciò che si può, per tirare a terminare almeno le stanze ultimamente designate.

Per lo conto de' libri a messe, va bene come avete scritto; solamente procuri V. R. appresso di aver la notizia, se si son celebrate le messe da quelli che non han fatto l'obbligo.

Circa li libri da mandarsi per la diocesi, come vi scrissi, dieci erano li richiesti. Oltre di questi però non ne mandate, né date altri, se prima non me l'avvisate, ed io ve lo scrivo.

È vero che ho certe altre messe; ma voglio prima saperlo. Per questi dieci in diocesi, basta che mi celebrino le messe per tutto maggio. Per questi ho fatto l'intenzione, e dateli a chi volete; per altri poi, scrivetemi prima. E di questi 10 libri appuntati in diocesi, intesi dire che se ne date otto o nove, non occorre procurare la celebrazione ad imprestito. Ma ciò però s'intende ancora, in caso che le messe di questi otto o nove libri si celebrassero per tutto febbraio. Altrimenti, se si celebrassero per maggio, procuratemi quella celebrazione presto ad imprestito, ed io ce lo restituisco per maggio.

Non occorre però a trovarmi ad imprestito 100 messe: trovatemene solamente 72 e non più. Avvertite bene non più. Altrimenti, resterei imbrogliato; e perciò avvisatemi quando, e a che giorno date o avete dati li dieci libri suddetti in diocesi, o ad altra parte, a cui anche li potete dare, se volete.

Ricevei già li 20 carlini da Fratello Gennaro [Rendina], colla nota delle 20 messe.

Benedico ed abbraccio tutti, e riverisco D. Angelo [Latessa].

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

Affmo Fratello

ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si trova presso il P. D. Guglielmo Loewekamp C. SS. R.

 




1 D. Angelo Latessa, prete secolare, il quale poi dopo un anno entrò nell'Istituto.

1 La fabbrica della casa di Caposele.




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