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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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128. ALLA MADRE MARIA DI GESÙ, PRIORA DELLE CARMELITANE DI RIPACANDIDA.

Il Santo la consola per essere essa e la Comunità senza direttore e le dà vari consigli, tanto per la sua condotta quanto per quella

delle Suore.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

NOCERA, 27 GENNAIO 1752.

 

Rispondo in breve. Da una parte mi dispiace sentire i vostri travagli, dall'altra mi consolo in vedere V. R. e le altre poste sulla croce.1 Mi dispiace però sentire l'inquiete delle

 

Ed allora fu che io m'intesi chiamato da Dio a lasciare il mondo, invogliandomi ad abbracciar la Regola della stessa Congregazione........ Mi risolsi efficacemente chiudermi nella Congregazione: a qual effetto mi portai, circa mesi cinque dopo detti esercizî, nella stessa casa de' Ciorani, dove lo stesso Servo di Dio, dopo avermi esaminato intorno così alla vocazione che agli studi, mi ammise e mi vestire l'abito della Congregazione, il 25 ottobre 1749."

Il Catalogo generale della Congregazione parla così di questo soggetto: " Il Padre D. Carmine Picone morì nella casa di Nocera, il 16 ottobre 1795. Era un uomo veramente santo, osservantissimo, mortificatissimo e distaccatissimo, fatto apposta per insegnare le virtù, Maestro di

Rettore varie volte e finalmente Consultore generale..


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vostre Sorelle, la quale pare che sia troppa.

È vero, come mi scrivete, che stanno rassegnate; ma la rassegnazione non è perfetta quando va unita coll'inquiete. Dite loro da parte mia: donde nasce questa inquiete? Perché non trovano direttore come lo desiderano? Ma quando Dio così vuole, perché ha da dispiacere loro quello che piace a Dio? Esse non ci han colpa. E certo che Dio vuole così, perché così comanda il Vescovo. E non importa il dire che il Vescovo è stato male informato: perché, ancorché il Vescovo in ciò errasse, Dio è certo che questa cosa la vuole da voi.

Oltre che, penso certo che il Vescovo avrà avuto giusti motivi di farlo, cioè per levar qualche diceria, ecc. Ma come faremo senza direttore? E Dio non ci è? Come tanti si son fatti santi nelle grotte, ne' deserti, dove non aveano altri direttori che gli uccelli e gli alberi? Quando vi è il direttore a proposito, e noi non ce ne vogliamo servire, Dio non ci aiuta. Ma quando manca tal direttore a proposito (come per lo più manca in questi monasteri fuori di Napoli, e questo piangono molte anime buone), allora Dio fa tutto. Dio non può mancare a chi lo cerca con tutto il cuore. Leggete questa alle Sorelle, ed in capo a qualche tempo scrivetemi un'altra volta, e consolatemi con farmi sentire che V. R. e tutte vi siete abbandonate nelle braccia amorose di Gesù, che ben si lascia trovare da chi lo vuole.

Non abbiate né ora, né appresso scrupolo di avermi scritto senza ubbidienza. Basta che vi dica ciò, non andate cercando ragioni. Ma dite alle Sorelle vostre e mie che mi tengano segreto con tutti, col confessore ed anche col Vescovo.

Dite dunque alle Sorelle che di grazie soprannaturali affatto, affatto non ne parlino con tal confessore, e lo stesso dico anche a V. R.; ditegli solamente i difetti per ricevere l'assoluzione di


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quando in quando. E che le Sorelle dicano tutto a voi. E voi (ordinariamente parlando) dopo averle intese, rispondete loro che saranno sogni e fantasie e che questo solo importa, volere solo quello che vuole Iddio, abbracciare e amare il patire, i disprezzi, la povertà e le cose contrarie. Procurate, nella Comunità, fare osservare perfettamente l'ubbidienza, l'orazione e la povertà; ché, con queste tre cose, anderà sempre avanti la perfezione del monastero. E nei sermoni familiari, ne' capitoli, a queste tre cose per lo più sempre battete.

Questi vostri timori poi mi consolano. Quelle anime mi fan tremare che stanno troppo sicure delle cose loro. Ma non voglio inquiete. Il timore vero di Dio non inquiete, ma pace e gaudio. Io per me vi assicuro che Dio sta con voi; che volete più? E le cose vostre comunicatemi: per lo più io le stimo cose di Dio. Basta. In ogni timore dite: Dio mio, voglio solo te, e quietatevi. E discacciate ogni inquiete; giacché anche nell'anima vostra ho conosciuto, per ciò che mi avete scritto, qualche inquiete soverchia, la quale non piace a Dio.

Io prego per voi e per le Sorelle. Voi e le Sorelle non lasciate di farlo in tutte le comunioni per l'anima mia, per la Congregazione e per la fondazione di Rionero, per cui non temo che il Vescovo si è raffreddato. Datene loro l'ubbidienza in tutte le comunioni che fanno.

Stiamo con un grande affare della Congregazione e con un Padre male, il quale molto serve alla Congregazione.1 Fatemi una novena, di nove Ave Maria il giorno, per avere quelle grazie, e cercatele per questi nove giorni nella comunione. Restate nel cuore di Gesù e di Maria. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

Umo servo

ALFONSO DE LIGUORI del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si conserva in Scicli, presso la famiglia de' Duchi La Rocca.

 




1 Mgr Basta era amicissimo de' Carmelitani, anzi voleva una volta entrare nel loro Ordine; e perciò fu una causa di inquietudine per la santa Priora, perché i Carmelitani di Napoli volevano introdurre una mitigazione nel monastero di Ripacandida, cosa a cui si opponeva non meno la Priora che S. Alfonso. Di più, siccome la Madre Maria di Gesù era nelle vie straordinarie, il Vescovo fece esaminare lo spirito di lei da un deputato Carmelitano, che la condannò quale visionaria. In quest'anno poi, Mgr Basta, dopo aver tolto alle Suore il loro antico direttore, fece loro il divieto di avere nessuna comunicazione con altri direttori: cosa che dava alla venerabile Madre e a tutta la Comunità una grande inquietudine, dalla quale il nostro Santo cercò sollevarle colla presente lettera.



1 Questo grande affare era una persecuzione insorta contro la Congregazione, in seguito ad un'accusa mossa presso il Re, al quale si era fatto credere che la Congregazione aveva fatto uno smisurato acquisto. Il Padre ammalato era il P. Cafaro.




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