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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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198. AL P. D. GASPARO CAIONE.

Gli parla d'alcuni soggetti, e da ordini per la fabbrica della casa di Caposele.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

NOCERA, 10 GIUGNO [1755.]

 

Rispondo alla vostra ultima. Io vi scrissi una mia lunga, in cui vi ho detto che non occorre venire a luglio, mentre il Capitolo si è dovuto trasportare ad ottobre; poiché D. Saverio [Rossi] è stato male, ed è andato all'aria, ed ora non so come sta, e per altre ragioni, ma principalmente perché al presente bisogna che D. Andrea [Villani] assista alla fondazione di Benevento, per qualche tempesta che si teme al ritorno di quell'Arcivescovo.

Circa il Padre N., D. Gaspare mio, io ho detto e dico che questo giovine mi fa tremare della sua perseveranza, perché tiene un cervello troppo leggiero e troppo torbido.1 Esso, alla fine di luglio, già ha da venire qui per dar gli esercizî a Sorrento, onde, se ha da prendere l'acqua di Castellammare, può anticipare e venire alli principi di luglio. Ma esso con me non ha molto a caro di starci, perché io dolcemente l'ho corretto. Ora, che si ha da fare? Se all'ultimo farà qualche sproposito, peggio per lui. Finalmente, Dio non ha bisogno di lui. Aiutiamolo, ma non bisogna contentarlo in tutto, perché non si contenta mai. Mi rimetto in ciò alla vostra prudenza.

In quanto al Padre N., mi scrisse il Fratello. Io gli risposi che in quanto all'abboccarsi col detto Padre in Iliceto (ma questo abboccamento già sento essersi fatto), io gli dava licenza; in quanto poi all'andare in Napoli, io affatto l'esclusi e


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l'escludo e l'escluderò; e ciò con bel modo fatelo sapere al P. N., acciò non ci pensi ad andare in Napoli. Con quanti cervelli abbiamo da fare!

Per li mattoni, sto inteso. Le sbascie, sì signore, si possono mettere appresso, e va bene che si faccia la pruova a due o tre stanze co' mattoni. E si può fare anche la pruova di quella tonaca che dice il P. Ferrara; ma dice l'ingegnere che sarà sempre inutile, perché l'umido delle mura (venendo poi le gelate del verno) sempre la ributterà.

Mi rallegro del Fr. Agostiniano, ma dubito della perseveranza.

Benedico tutti. Le cose di Benevento ora vanno prospere.

Avvisatemi subito, quando lo sapete, se il P. Margotta ha fatto cose buone con [D. Benedetto] Grazioli. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

Parlando della fabbrica coll'arcivescovo [di Conza], e specialmente di riparare l'umido, state attento di non farlo entrare in qualche impegno di volere che si faccia così o così: sfuggite allora e dite che si sta consigliando il miglior modo, che si sta aspettando l'esperienza. ecc. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa !

 

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'edizione napolitana dell'anno 1848.




1 Questo Padre sembra essere il P. Apice; ma il timore del Santo non tardò quasi a svanire, perché il Padre si emendò talmente che visse e morì da santo, conforme si può vedere nella sua Vita scritta dal P. Agostino Saccardi.




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