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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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222. A SUO FRATELLO, D. ERCOLE DE LIGUORI.

Si consola di sapere quieta dagli scrupoli sua madre moribonda, dalla quale cerca la benedizione.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

BENEVENTO, 23 NOVEMBRE [1755].

 

Sì, signore, per servirvi, già ho scritto a Fratello Francesco [Tartaglione] che v'assista sino che Dio si chiama la nostra madre.1 Quanto mi consolo che sta quieta da' scrupoli !

 


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Qui facciamo una gran missione nella città di Benevento, con gran concorso, e siamo da 18 Padri, e vi staremo da un mese. Non altro.

Mandatemi subito la zelefra [cimasa], promessa da voi alla Madonna; serve per sua corona. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

Cercate per me la benedizione alla gnora [Signora madre], e ditele che Dio e la Madonna la vogliono certo salva. Ed io la fo raccomandare al popolo. Viva Gesù e Maria!

 

Affmo fratello

ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si conserva in Roma presso la famiglia Boccafogli.




1 La pia madre morì alcuni giorni dopo scritta questa lettera, ed il Santo ne ricevette l'avviso con una perfetta tranquillità. Ecco come il P. D. Pasquale Caprioli ne parla nelle sue giuridiche deposizioni (Summ. n° II § 43: " Eroica fu la sua virtù nella morte della sua piissima madre Donna Anna Maria Cavalieri, dama di tanto ottimo spirito, che recitava ogni giorno l'Officio divino, come una religiosa claustrale, ed era così esatta e scrupulosa ne' digiuni ecclesiastici, che l'osservava appuntino rigorosamente, nonostante la sua decrepitezza, essendo morta di anni 94, ed era dedita alla vita divota, ed all'esercizio dell'orazione mentale, e si regolava col medesimo suo figlio. Il nostro servo di Dio si ebbe la triste novella nell'atto che faceva la missione in Benevento, ed esso senza scomponersi andò a predicare la sera, e solamente disse quietamente al popolo, che avesse raccomandata a Dio l'anima di sua madre. "

E il Padre Nicolò Grossi nelle stesse deposizioni (Summ. n° II § 154) disse così: " Eroico atto al divino volere lo vidi io fare nella notizia della morte di sua genitrice in Napoli. Dovevamo noi andare insieme con lui nella s. missione della città di Benevento; egli, inviando noi per la solita strada di Bracigliano, avendo saputo che detta madre, la quale da esso medesimo si dirigeva per la via di Dio, stava inferma e per l'età avvanzata e per altre indisposizioni, pigliò la via di Napoli, dove regolò la suddetta in tutte le cose dell'anima sua, e se ne venne in Benevento. Ivi, dopo pochi giorni. ebbe notizia per lettera della sua morte. Egli, venuto a tavola con noi, prima di desinare ci disse tranquillamente, senza scomponersi, che aveva avuta notizia di tale morte; onde la mattina seguente, ci disse che avessimo fatto la carità di applicare la messa per l'anima della suddetta sua madre, e dopo intonò francamente la benedizione della tavola, onde io, ed i miei compagni, restammo ammirati della sua virtù."






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