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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
226. AL P. D. GASPARO CAIONE, CAPOSELE.
Gli manda delle notizie intorno alla Vita del Ven. Gerardo Maria Maiella, e dopo alcune altre comunicazioni, racconta le sediziose pretensioni dei Fratelli laici d'Iliceto.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
Ho ricevuto l'altra vostra lunga, scritta prima. Sento che S. Agostino era comprato, ma avrei avuto più a caro che aveste comprato Petavio. Ma abbiate pazienza; spartiamo li 20 ducati. Mi trovo pigliata questa Scrittura, e Dio sa come sto, e me ne trovo anch'io mezzo pentito; nulladimeno è certo ch'è utile: è il solo senso letterale, ma questo veramente è il più necessario. Avvisatemi se l'Arcivescovo [di Conza] sta in cotesta diocesi, o in Napoli. Se sta costì, scrivetegli, anche da parte mia,
se si contenta che Fr. [D. Vito] Polestra pigli gli Ordini in tribus diebus, perché il giovane ha fatto gli studi, è abile e tiene 26 anni. Vi mando queste notizie del P. Giovenale per Fr. Gerardo.1 Conservatele e registratele come meglio potete, secondo vi pregai e secondo avete tempo. Ma meglio sarebbe che vi spendeste non più d'un quarto d'ora, il giorno feriale, perché a poco a poco vi trovereste finita la fatica. Vi mando anche lo scritto vostro: può servirvi per ricordarvi le cose. Ho molto a caro che si ritira il seminarista Guglielmo. Direi che gli scriveste, che si procurasse la licenza dall'Arcivescovo, prima che si parta per Napoli. Certo, che quelli proponimenti alla Madonna sono di tenerezza. Per il P. Nittoli, già vi ho scritto che seguiti a far da Prefetto, secondo quel che mi scriveste nell'ultima. Ditegli non però, da parte mia, che non faccia difficoltà a dar l'assoluzione, per anche più volte la settimana, a' nostri Fratelli che si accusano di soli peccati veniali avvertiti, o presenti o passati; purché al presente non ci sia abito con recidivanza, e senza segno straordinario. Per il catasto,2 fate come meglio vi pare. Benedico tutti e specialmente il maestro con tutti gli studenti. Avvisatemi, in questa quadragesima, quante mute avrete d'esercizî. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa! State attento sempre, coi Fratelli laici, a non far loro pigliar possesso di qualche ius. Ora in Iliceto vi è stata una mezza rivoluzione, dicendo i Fratelli che loro toccava il luogo, prima de' novizi; di più, che toccava loro il giorno fare gli atti comuni, e non farli la sera con faticare il giorno, come si fa alle altre
case, ora che è inverno; e che lor toccava il riposo del giorno, il che non si dà ora che le giornate son corte e vi è riposo bastante la notte: di più andavano dicendo, che i laici Teresiani han vinta la lite di non lavare i piatti; e i laici Francescani, non so che altra cosa. Sente V. R. che bella cosa! Onde ordinate gli atti comuni la sera; ed il riposo del giorno non si dia, se non a chi n'ha preciso bisogno. E nel lavare i piatti e servire a tavola, basta farlo fare a' coristi una volta ogni tanto interrottamente, e quando vi è qualche fatica speciale de' Fratelli. Del resto, sfuggiamo le consuetudini d'allegarsi nella lite. Legga V. R. questa mia al P. Apice; la legga, dico, a tutti i coristi di costì, e poi la mandi, quanto più presto, ad Apice.1 Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa.
Fratello ALFONSO del SS. Redentore.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro collegio di Saint-Trond, nel Belgio.