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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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231. AL P. D. ANTONIO TANNOIA, ILICETO.

Non vuole che si rimandi un Fratello non colpevole, e parla del castigo inflitto ad altri Fratelli colpevoli.

 

Viva Gesù, Giuseppe e Maria!

 

NOCERA, 20 GENNARO [1756].

 

Io scrissi che se ne mandasse il Fratello novizio; ma vi potevate accorgere ch'io ho preso abbaglio, mentre mi credeva ch'esso (come mi pare che accennai nella mia) avesse fatto quell'impertinenza dentro la stanza, sbattagliando [altercando] colle mani. Ma ora, come sento, questo impertinente fu Fr. Andrea, il quale è già oblato; onde non lo posso licenziare per questo solo, ma merita una buona penitenza. Del resto, Fratello Bartolomeo, ch'è il novizio, come leggo dalla lettera del P. Ferrara, non ha fatto difetto tale che merita di essere mandato: sicché spero che avete compreso l'abbaglio, e non l'abbiate mandato ancora. A Fr. Giacomo ho parlato di buona maniera, ed esso già si confessa reo. Onde in quanto alla penitenza così per lui, come per Fr. Andrea e tutti gl'altri che se la meritano, mi rimetto a V. R. ed al P. Ferrara. Io non scrivo di mano propria, perché da quattro giorni sto malato: perciò non scrivo a parte al P. Ferrara. Basterà che gli fate sentire questa. Per Fr. [D. Fabrizio] Cimino, è cosa leggiera e gli farò pigliare, qui, qualche rimediuccio.


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Qui, a Ciorani, si è fatta giustizia.1 Ho mandato [via] Fr. Crescenzo, il quale ha parlato, e poi è stato renitente alla penitenza. Fr. Carlo e Fr. Giuseppe Trombetta di Napoli stanno carcerati.2 Tutti gli altri, che hanno parlato, hanno la loro penitenza. Fr. Domenico, lo tengo carcerato qui. Benedico tutti. Viva Gesù, Giuseppe e Maria!

 

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 In conseguenza delle ingiuste lagnanze dei Fratelli laici della casa d'Iliceto, il Santo levò ai Fratelli di tutte le case l'ora di sonno, il giorno. Questa determinazione provocò ancora una mezza rivoluzione fra alcuni Fratelli della casa di Ciorani. Il tristo fatto vien così narrato nel giornale del P. D. Pasquale Caprioli: " A' 15 gennaio, per alcuni bisbigli de' Fratelli di Ciorani, n'andarono tre carcerati, uno a Pagani, e due a Ciorani per otto giorni. Questa penitenza fu data a' Fratelli Carlo, Giuseppe e Domenico; poi a' 20 gennaio se n'andò Fr. Crescenzo di Sarno, per non aver voluto fare la sopradetta penitenza." Così il P. Caprioli.



2 Carcerati, cioè confinati nella propria stanza.




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