329. AL P. D. GASPARO CAIONE, RETTORE DELLA CASA DI CAPOSELE.

L'incarica di prendere informazioni intorno a due candidati.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 2 APRILE 1760.

Rispondo circa li due sacerdoti. Circa il riceverli, primieramente mi è venuto il dubbio che sono già grandi di 30 anni e, come scrive V. R., altro non sanno che lingua latina: sicché hanno da cominciare da capo gli studi per confessare e per predicare.

Del resto, vedendo il modo con cui scrivono, che mi pare molto aggiustato, e sentendo che sono galantuomini, e il modo

della loro vocazione, io non gli escludo, ma dico in segreto a V. R. vorrei che si appurasse che nel loro paese non abbiano dato scandalo; onde se V. R. sta sicura di ciò, io li ricevo e potrà mandarli ad Iliceto a cominciare il noviziato.

Ma se V. R. non ancora stasse sicura ch'essi non abbiano fatta vita scandalosa, la prego di scrivere ad Oppido a qualche amico fedele, o pure al Sig. vicario Giannini, acciocché segretamente vi dasse notizia dei portamenti di detti sacerdoti, pregandolo che destramente se ne informasse, se esso non ne sta inteso. Dico ciò, perché ci potremmo ritrovare, senza saperlo, a qualche imbroglio.

Per ultimo, mi rimetto alla vostra prudenza circa questo punto, di non ritrovarci ricevuto nella Congregazione qualche scandaloso. Procuri poi che portino i 25 ducati al noviziato; almeno portino quel che possono portare.¹

Circa il figliuolo scarparo poi, pensi V. R. che i Fratelli ci mangiano; e costui, se ora fatica, quando è Fratello, poco o niente faticherà; onde procuri, s'è possibile, di tenerlo costì, ma non da Fratello. Se poi non è possibile, mi rimetto. Benedico tutti.

Viva Gesù e Maria!

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.