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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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332. AL P. D. GASPARO CAIONE, RETTORE DELLA CASA DI CAPOSELE.

Il Santo si fa scrupolo di permettere il confessare ad un Padre indiscreto.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

NOCERA, 2 MAGGIO 1760.

 

Sappiate ch'io ho proibito al Padre N. il confessare, per le sue stravaganze.

Ora mi è venuto lo scrupolo per il Padre N., che, se non erro, il Padre N. mi disse che anche era stravagante in certe massime. Se mai esso dura colle stesse stravaganze, proibitegli (se vi pare) il confessare, e mandatelo qui acciò io mi levi lo scrupolo.

Quando ritorna dalle missioni il P. Apice, mandatelo subito qui, per un'affare di premura. Non ve ne scordate.

Ora vi prego di non ricevere niun Fratello in casa a prova, senza mia licenza, perché dopo che sono stati tanto tempo in casa, ci viene la compassione di licenziarli; e li Fratelli ci mangiano.

Il P. [de] Leo mi ha scritto per un figliuolo del Tito. Quando esso ritorna, potete far venire quel figliuolo a Caposele, ed esaminarlo con rigore. Benedico tutti. Viva Gesù e Maria!

 

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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