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S. Alfonso Maria de Liguori
L'amore delle anime

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CAPITOLO XVI. - Dell'amore del Figlio di Dio in aver voluto morire per noi.

1. Et ecce tempus tuum, tempus amantium... Et decora facta es vehementer nimis (Ezech. XVI, 8, 13). Quanto dobbiamo al Signore noi Cristiani, che ci ha fatti nascere dopo la venuta di Gesù Cristo! Il tempo nostro non è più tempo di timore, come era quello degli Ebrei, ma tempo d'amore, avendo veduto un Dio morto per la nostra salute e per essere amato da noi. È di fede, che Gesù ci ha amati, e per nostro amore s'è dato alla morte: Christus dilexit nos, et tradidit semetipsum pro nobis (Eph. V, 2). E chi mai avrebbe potuto far morire un Dio onnipotente, se egli stesso volontariamente non avesse voluto dar la vita per noi? Ego pono animam meam... Nemo tollit eam a me, sed ego pono eam a meipso (Io. X, 17, 18). Perciò


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nota S. Giovanni che Gesù nella sua morte ci diede l'ultima prova che potea darci del suo amore: Cum dilexisset suos... in finem dilexit eos (Io. XIII, 1). Gesù nella sua morte, dice un divoto autore, ci diede il segno più grande del suo amore, dopo cui non gli restò che fare per dimostrarci quanto ci amava: Summum dilectionis testimonium circa finem vitae in cruce monstravit (Contens. to. 2, l. 10, d. 4).1

Amato mio Redentore, voi per amore vi siete donato tutto a me: io per amore mi dono tutto a voi. Voi per la mia salute avete data la vita: io per la vostra gloria voglio morire quando e come vi piace. Voi non avete avuto più che fare per acquistarvi il mio amore: ma io ingrato v'ho cambiato per niente. Gesù mio, me ne pento con tutto il cuore, perdonatemi voi per la vostra Passione; ed in segno del perdono datemi l'aiuto per amarvi. Io sento in me, per vostra grazia, un gran desiderio d'amarvi, e risolvo d'esser tutto vostro; ma vedo la mia fiacchezza e vedo i tradimenti che v'ho fatti; voi solo potete soccorrermi e rendermi fedele. Aiutatemi, amor mio; fate ch'io v'ami e niente più vi domando.

2. Dice il B. Dionisio Cartusiano che la Passione di Gesù Cristo fu chiamata un eccesso: Et dicebant excessum eius, quem completurus erat in Ierusalem (Luc. IX, 31), perché fu un eccesso di pietà e d'amore: Dicitur Passio Christi excessus, quia in ea ostensus est excessus dilectionis et pietatis.2 Oh Dio! e qual fedele potrebbe vivere senz'amar Gesù Cristo, se spesso meditasse la sua Passione? Le piaghe di Gesù, dice S. Bonaventura, perché son piaghe d'amore, son dardi e fiamme che feriscono i cuori più duri ed accendono le anime più gelate: O vulnera corda saxea vulnerantia et mentes congelatas inflammantia!3 Il B. Errico Susone un giorno, per imprimersi maggiormente nel cuore l'amore verso Gesù appassionato, prese un ferro tagliente


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e si scolpì a caratteri di ferite sopra del petto il nome del suo amato Signore; e stando così bagnato di sangue se n'andò poi alla Chiesa, e prostrato avanti il Crocifisso gli disse: “O Signore, unico amore dell'anima mia, rimirate il mio desiderio: io avrei voluto scrivervi più dentro al mio cuore, ma non posso. Voi che potete il tutto, supplite quello che manca alle mie forze, e nel più profondo del mio cuore imprimete il vostro nome adorato sì che non si possa più cancellare in esso né il vostro nome né il vostro amore”.4

Dilectus meus candidus et rubicundus, electus ex millibus (Cant. V, 10). O Gesù mio, voi siete tutto candido per la vostra illibata innocenza; ma state poi su questa croce tutto rubicondo di piaghe sofferte per me. Io vi eleggo per unico oggetto del mio amore. E chi voglio amare, se non amo voi? Quale oggetto fra tutti io posso trovare più amabile di voi, mio Redentore, mio Dio, mio tutto? V'amo, o Signore amabilissimo, v'amo sopra ogni cosa. Fate voi ch'io vi ami con tutto il mio affetto e senza riserba.

3. Oh si scires mysterium crucis, disse S. Andrea al tiranno!5 O tiranno, ei volle dire, se tu intendessi l'amore che ti ha portato Gesù Cristo in voler morire su di una croce per salvarti, tu lasceresti tutti i tuoi beni e speranze terrene, per darti tutto all'amore di questo tuo Salvatore. Lo stesso dee dirsi a quei fedeli che credono bensì la Passione di Gesù, ma poi non ci pensano. Ah che se tutti gli uomini pensassero all'amore che Gesù Cristo ci ha dimostrato nella sua morte, chi mai potrebbe non amarlo? Egli, l'amato Redentore, dice l'Apostolo, a questo fine è morto per noi: acciocché coll'amore dimostratoci nella sua morte si facesse padrone de' nostri cuori: In hoc Christus mortuus est et resurrexit, ut et mortuorum et vivorum


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dominetur. Sive ergo vivimus, sive morimur, Domini sumus (Rom. XIV, 9, 8). O dunque moriamo o viviamo è giusto che siamo tutti di Gesù che a tanto costo ci ha salvati. Oh chi potesse dire come dicea l'innamorato S. Ignazio martire ch'ebbe la sorte di dar la vita per Gesù Cristo: Ignis, crux, bestiae, et tota tormenta in me veniant: tantum ut Christo fruar!6 Vengano sopra di me le fiamme, le croci, le fiere e tutti i tormenti, purché io faccia acquisto e mi goda Gesù Cristo mio.

O caro mio Signore, voi siete morto per acquistare l'anima mia; ma che ho fatt'io per far acquisto di voi bene infinito? Ah Gesù mio, quante volte v'ho perduto per niente! Misero io già conosceva che perdeva la vostra grazia col mio peccato, conosceva che vi dava un gran disgusto, e pure l'ho fatto! Mi consolo che ho da fare con una bontà infinita che si scorda delle offese, allorché un peccatore si pente e l'ama. Sì, mio Dio, mi pento e v'amo. Deh perdonatemi voi e voi dominate da ogg'innanzi in questo mio cuore ribelle. Io a voi lo consegno; a voi mi dono tutto intieramente. Ditemi quel che volete, ch'io tutto lo voglio fare. Sì, mio Signore, vi voglio amare, vi voglio contentare in tutto; datemi forza voi, e spero di farlo.

4. Gesù colla sua morte non ha finito d'amarci; egli ci ama e ci va cercando collo stesso amore con cui venne dal cielo a cercarci ed a morire per noi. – È celebre la finezza d'amore che dimostrò il Redentore a S. Francesco Saverio allorché viaggiando questi per mare, in una tempesta gli fu tolto da un'onda il suo Crocifisso. Arrivato poi il santo al lido, stava mesto ed anelava di ricuperare l'immagine del suo amato Signore; ed ecco che vide un granchio che veniva alla sua volta col Crocifisso inalberato tra le sue branche. Egli allora gli andò all'incontro e con lagrime di tenerezza e d'amore lo ricevé e se lo strinse al petto.7 Oh con quale amore va Gesù a quell'anima che lo cerca! Bonus est Dominus... animae quaerenti illum (Thren. III, 25), ma a quell'anima che lo cerca con vero


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amore. Ma posson pensare di aver questo vero amore coloro che ricusano le croci che sono loro inviate dal Signore? Christus non sibi placuit (Rom. XV, 3). Christus, espone Cornelio a Lapide, suae voluntati et commodis non servivit, sed ea omnia et vitam pro nostra salute exposuit.8 Gesù per amor nostro non cercò piaceri terreni, ma cercò le pene e la morte con tuttoché era innocente: e noi che cerchiamo per amore di Gesù Cristo? Si lamentava un giorno S. Pietro martire, stando in carcere per un'ingiusta accusa che gli era stata fatta, e diceva: “Ma, Signore, che ho fatt'io che ho da patire questa persecuzione?” Gli rispose il Crocifisso: “Ed io che male ho fatto che ho dovuto stare su questa croce?”9

O mio caro Salvatore, diceste che male avete fatto? Ci avete troppo amati, mentre per amor nostro avete voluto tanto patire. E noi, che per li peccati nostri meritavamo l'inferno, ricuseremo di patire quello che voi volete per nostro bene? Voi, Gesù mio, siete tutto amore con chi vi cerca. Io non cerco le vostre dolcezze e consolazioni: cerco solo voi e la vostra volontà. Donatemi il vostro amore, e poi trattatemi come vi piace. Abbraccio tutte le croci che mi manderete, povertà, persecuzioni, infermità, dolori; liberatemi solo dal male del peccato, e poi caricatemi d'ogni altro male. Tutto sarà poco a confronto de' mali che voi avete sofferti per amor mio.

5. Ut servum redimeret, nec Pater Filio, nec sibi Filius ipse pepercit, dice S. Bernardo (Ser. in fer. IV hebd.).10 Dunque per liberare lo schiavo il Padre non ha perdonato al Figlio e il Figlio non ha perdonato a se stesso. E dopo un tanto amore verso gli uomini vi potrà essere uomo che non ami questo Dioamante? Scrisse l'Apostolo, che Gesù è morto per tutti noi, affinché noi vivessimo solo a lui ed al suo amore: Pro omnibus mortuus est Christus, ut et qui vivunt, iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est (II Cor. V, 15). Ma oimè, che la maggior parte degli uomini, dopo esser morto per essi un Dio, vivono ai peccati, al demonio e non a Gesù Cristo! Dicea Platone


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che l'amore è calamita dell'amore: Magnes amoris amor.11 E Seneca replicava: Ama se vuoi essere amato: Si vis amari, ama.12 E Gesù che morendo per gli uomini sembra che sia impazzito per nostro amore - Stultum visum est, ut pro hominibus auctor vitae moreretur, dice S. Gregorio (Hom. 6)13 - come va che dopo tanti contrassegni d'amore non ha potuto tirarsi i nostri cuori? Come, con amarci tanto, non è ancor giunto a farsi amare da noi?

Oh che vi amassero tutti gli uomini, Gesù mio amabilissimo! Voi siete un Dio degno d'un amore infinito. Ma povero mio Signore, permettetemi che così vi chiami, voi siete così amabile, voi avete fatto e patito tanto per essere amato dagli uomini, ma quanti poi son quelli che vi amano? Vedo quasi tutti gli uomini applicati ad amare chi i parenti, chi gli amici, chi le carogne, le ricchezze, gli onori, i piaceri, e chi anche le bestie: ma quanti sono quelli che amano voi, amabile infinito? O Dio, son troppo pochi, ma fra questi pochi voglio essere io misero peccatore che un tempo anche vi ho offeso con amare il fango e partendomi da voi; ma ora v'amo e vi stimo sopra ogni bene e solo voi voglio amare. Perdonatemi, Gesù mio, e soccorretemi.

6. Dunque, o Cristiano, dicea S. Cipriano, Dio è contento di te sino a morire per acquistarsi il tuo amore, e tu non sarai contento di Dio, sì che amerai altri oggetti fuori del tuo Signore? Contentus est te Deus, et tu non eris contentus Deo tuo (S. Cipr. ap. Contens. 1. c.).14 - Ah no, mio amato Gesù, io non voglio altro amore in me che non sia per voi; io di voi son contento: rinunzio a tutti gli altri affetti, mi basta solo il vostro amore. Sento che voi mi dite: Pone me ut signaculum


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super cor tuum (Cant. VIII, 6). Sì, Gesù mio crocifisso, io vi pongo e ponetevi ancora voi per suggello sopra del mio cuore, acciocché resti chiuso ad ogni altro affetto che non tende a voi. Per lo passato v'ho disgustato per altri amori, ma al presente non ho pena che più m'affligga che il ricordarmi d'aver co' miei peccati perduto il vostro amore. Per l'avvenire quis... me separabit a caritate Christi?15 Chi più dal vostro amore mi dividerà?

No, mio amabilissimo Signore, dopo che mi avete fatto conoscere l'amore che mi avete portato, io non mi fido di vivere più senz'amarvi. V'amo, amor mio crocifisso; v'amo con tutto il cuore, e vi do quest'anima mia tanto cercata ed amata da voi. Deh per li meriti della vostra morte, che con tanto dolore separò l'anima vostra benedetta dal vostro corpo, distaccatemi da ogni amore che può impedirmi l'essere tutto vostro e d'amarvi con tutto il mio cuore.

Maria, speranza mia, aiutatemi voi ad amare solo il vostro dolcissimo Figlio, sì ch'io possa con verità sempre replicare in tutta la mia vita: Amor meus crucifixus est, Amor meus crucifixus est.16 Amen.




1 “Summum dilectionis testimonium circa finem vitae suae in ipsa ara crucis monstravit.” Vinc. CONTENSON, O. P., Theologia mentis et cordis, lib. 10, dissertatio 4, cap. 1, speculatio 1, Quartus excessus.



2 “Dicitur autem Passio seu mors Christi excessus, quia in eo ostensus est excessus summae dilectionis et pietatis eius ad nos, et propter excessivum eius dolorem pro nobis, atque ob excessivam crudelitatem Iudaeorum in eum. Denique in libro Machabaeorum (II Mach. X, 9) habetur quod Antiochi vitae excessus ita se habuit: quo patet quod per vitae excessum mors designetur.” B. DIONYSIUS CARTUSIANUS, Enarratio in Evangelium secundum Lucam, art. 24 (in cap. IX, 31).



3 “O vulnera corda saxea vulnerantia, et mentes congelatas infiammantia, et pectora adamantina liquefacientia prae amore!” Stimulus amoris, pars 1, cap. 1. Inter o era S. Bonaventurae, VII, 194. Lugduni (post editiones Vaticanam et Germanicam), 1668. - Vedi Appendice, 2, 5°.



4 “Eia, inquit, Domine, amor unice cordis et animae meae, adspice ingens animi mei desiderium. Equidem non possum te penitus mihi imprimere. Tu igitur obnixe rogatus, perfice, Domine, quod superest, teque mei cordis fundo profundius imprimas, sanctumque nomen tuum adeo in me consignes et insculpas, ut numquam possis aboleri et separari a corde meo.” B. HENRICUS SUSO, O. P., Opera, a Laurentio Surio Cartusiano latine reddita, Coloniae Agrippinae, 1588, pag. 456; Vita, cap. 5.



5 “O si velles scire mysterium crucis!” Presbyterorum et diaconorum Achaiae Epistola de martyrio S. Andreae Apostoli. MG 2-1122.

6 “Ignis et crux, ferarum catervae, lacerationes, distractiones, disiunctiones ossium, concisio membrorum, totius corporis contusiones, dira diaboli tormenta in me veniant: solummodo ut Iesum Christum consequar.” S. IGNATIUS Antiochenus, Epistola ad Romanos, n. 5. MG 5-691. - “Ignis, crux, bestiae, confractio ossium, membrorum divisio, et totius corporis contritio, et tota tormenta diaboli, in me veniant, tantum ut Christo fruar.” S. HIERONYMUS, De viris illustribus, cap. XVI, ML 23-635.



7 Giuseppe MASSEI, Vita di S. Francesco Saverio, lib. 2, cap. 9, n. 7.



8 “Christus suae voluntati, naturae, quieti et commodis non servivit, ut nos et nostra negligeret, sed ea omnia et vitam suam pro nostra salute exposuit.” CORNELIUS A LAPIDE, In Epistolam ad Romanos (in cap. XV, 3).



9 Due volte parlò a quel modo il Crocifisso a S. Pietro martire: THOMAS DE LENTINO, Vita, cap. 1, n. 6; cap. 3, n. 24; inter Acta Sanctorum Bollandiana, die 29 aprilis. - Vedi Appendice, 7.



10 S. BERNARDUS, In feria IV Hebdomadae Sanctae, sermo de Passione Domini, n. 4. ML 183-264.

11 “Veluti aer et echo a levibus solidisque repulsa corporibus, eodem, unde venerunt, iterum reflectuntur; ita pulchritudinis ille fluxus rursus in pulchrum per oculos refluens, qua penetrare in animam consuevit, adeo pennarum meatur irrigat, ut et possint iam et incipiant pullulare, atque ita amati animum mutuo implet amore.” PLATO, Phaedrus vel de Pulchro (post medium). Opera omnia, interprete Marsilio Ficino, Venetiis, 1556, pag. 309, col. 2.



12 “Hecaton ait: “Ego tibi monstrabo amatorium sine medicamento, sine herba, sine ullius veneficae carmine. Si vis amari, ama!” SENECA, Epistola, 9, de sapientis amicitia.



13 Stultum quippe hominibus visum est ut pro hominibus auctor vitae moreretur.” S. GREGORIUS MAGNUS, Quadraginta homiliarum in Evangelia lib. 1, hom. 6, n. 1. ML 76-1096.



14 “Contentus est te Deus tuus, ait Cyprianus, et tu non eris contentus Deo tuo?” Vinc. CONTENSON, Theologia mentis et cordis, lib. 10, dissert. 4, cap. 1, speculatio 2, Latitudo caritatis. -  “(Voluntas autem Dei est nos) Christo nihil omnino praeponere, quia nec nobis quidquam ille praeposuit.” S. CYPRIANUS, Liber de oratione dominica, n. 15. ML 4-529. - “Subiungendum post haec quod, redempti ac vivificati Christi sanguine, nihil Christo praeponere debeamus, quia nec ille quidquam nobis praeposuerit.” S. CYPRIANUS, Epistola ad Fortunatum de exhortatione martyrii, Praefatio, n. 6. ML 4-655.



15 Quis ergo nos separabit a caritate Christi? Rom. VIII, 35.



16 S. IGNATIUS MARTYR, Epistola ad Romanos, n. 7. MG 5- 694.






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