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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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388. AL MEDESIMO.

Si rallegra del modo della missione; esprime il suo desiderio di avere i Padri per un'altra, e la sua volontà riguardo all'approvazione di un confessore.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

AIROLA, 19 GENNAIO 1763.

 

Don Francesco mio, mi consolo che per ora già si fa la predica a due chiese. Già so che per V. S. non è mancato di farsi così sin dal principio.

Ricevo lo scartafaccio di D. Giuseppe, insieme col suo biglietto. Io gli rispondo con questa mia lunga; ma voglio che V. S. gliela legga parola per parola, perché desidero che V. S. riferisca ancora tutto al P. Superiore di costì per quel che scrivo circa la missione di Durazzano; perché, se non si fa come dico io, la missione di Durazzano sarà mezza perduta.


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Di più, dica al P. Superiore che io ho avuto un grande appletto per la missione della terra di S. Agnese ad Arienzo, per cui basterebbero per altro quattro soggetti.

Io già vedo quante [sono le] grazie e fatiche colle quali mi han favorito cotesti Padri nella mia diocesi, onde non ho ardire di cercare quest'altra missione di S. Agnese. Ma se mai potessero mandare a farla da questi quattro Padri, o almeno tre, mi farebbero un gran favore.

Ma torno a dire che io non ho ardire di cercarla; solo dico che molto la gradirei, se ci fosse tempo di farla ed avessero i soggetti.

In quanto al C. N., sento che sia di buoni costumi: Amen, sento ancora che D. Giuseppe dice che ha frequentato gli studi e congregazioni, ma non leggo che V. S. me l'approvi.

Se è santo, oret pro nobis; ma come gli voglio dare la confessione? Vorrei che V. S. gli facesse un esame generale, o almeno vedesse se mai ha confessato, che cosa ha studiato; almeno sapesse quel che bisogna per confessare figliuoli. Ma questi figliuoli poi si fanno grandi e pure portano scogli. Quando il confessore è ignorante, farà mille errori, ed io poi ne ho da render conto a Dio. Basta, V. S. mi scriva il suo sentimento.

La benedico e resto. Quegli esercizî delle zitelle di nuovo glieli raccomando. Le regole della congregazione le manderò appresso.

 

Conforme all'edizione romana.




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