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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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396. A. D. GIULIO MAROCCO,1 PARROCO NELLA PIANA DI CAIAZZO.

Gli domanda informazioni di un individuo sospetto.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

SANT'AGATA DE' GOTI, 27 APRILE 1763.

 

Molto Revdo Pne e Sig. mio colmo

(Scrivo in segreto.)

 

Ho bisogno d'un favore di V. S. Sappia che qui in Sant'Agata vi è un certo galantuomo vedovo, D. Giuseppe Rainone, il


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quale da cinque anni tiene mala pratica con una maritata, Lisabetta Conti.

Io gli ho fatto avere, dal Preside di Montefusco, l'ordine per parte del Re che non ci pratichi più, e lo stesso ordine sta dato alla donna. Ma ora ho un grande sospetto, e molto fondato, che detto D. Giuseppe di nuovo si ha ritirata la detta donna in Caiazzo, dove la teneva prima.

Questo è il favore che V. S. mi avrebbe da fare: d'informarsi, ma segretamente, se detto D. Giuseppe tiene la donna in qualche luogo di Caiazzo.

Esso tiene una masseria con qualche abitazione nella Piana, che gli rende 70 tomoli di grano. Ne tiene un'altra più sopra al monte, e tiene anche un'altra vigna verso il monastero de' Riformati: e queste sono robe pervenutegli per parte della moglie morta, ch'era di casato Melchiorre, ed era parente del barone Bigenti. Di più esso tiene un'altra casetta in Caiazzo, proprio nella città.

In uno di questi luoghi, specialmente delli territori, terrà la sua druda. La prego ad appurare qualche cosa di certo, ed avvisarmelo per questa stessa via del vaticale [vetturale], per cui ricevete questa mia, perché sarebbe un gran servizio di Dio di spezzare questa catena, che tira molte anime all'inferno.

La prego a fare la diligenza e poi subito avvisarmi; e se per ora non può appurar tutto, mi torni a scrivere subito che avrà appurato qualche altra cosa più certa.

Io non lo scrivo al vescovo,1 perché lo stimo tempo perduto; lo scrivo a V. S. che ha zelo di Dio e può cacciarne il netto. Io darò incombenza al fratello [Francesco Tartaglione], che tengo in Napoli, che da quando in quando si affacci al luogo dove va a posare il vaticale o corriere, che voi mandate da costì, e per questa via aspetto le vostre risposte: perché se arriviamo ad appurare dove sta la donna, è guadagnata la causa.2


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Mi raccomando alle sue orazioni e mi rassegno

Di V. S. molto Revda.

 

Devmo ed obblmo servo vero

 

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

 

[P. S.] D. Giulio mio, le raccomando, quanto posso, quest'affare per la gloria di Dio; ma bisognerebbe adoperare più spie fidate per appurare bene la cosa. Viva Gesù e Maria! Conforme all'originale che si trova nella diocesi di Caiazzo.




1 D. Giulio Marocco aveva passato cinque anni nella nostra Congregazione, dalla quale, per cagione di salute, l'anno era 1740 era uscito, non avendo ancora emesso i santi voti. Si veda la lettera XLVII: pag. 79 e 80.

1 Il vescovo di Caiazzo era Mgr Giuseppe Antonio Piperni.



2 Elisabetta Conti venne bandita dalle terre del duca di Maddaloni. A capo di undici anni vi fece ritorno; ed allora, vedendola convertita, il Santo le fissò un assegnamento mensile. Si veda la lettera del 3 settembre 1774.




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