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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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398. AL MARCHESE GRANITO, DIRETTORE DELLA DOGANA.

Lo prega di scarcerare una povera donna.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

NOCERA, 1 AGOSTO 1763.

 

Eccmo Sig. Sig. Pne colmo

Con molta mia pena ho inteso che una poverissima donna di Arienzo, chiamata Grazia Castauro, sia stata carcerata vicino S. Agata, e trasportata in Maddaloni a cagione che fu


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trovata con un mezzo rotolo di polvere, che aveva ricevuto da un sacerdote del medesimo luogo, per portarla insieme colla lettera ad un sacerdote di Sant'Agata; e con tutto che si fosse esibita una fede del regio partitario [appaltatore], essere stata quella polvere da lui venduta al detto sacerdote, con tutto ciò da undici giorni quella poveretta sta nelle carceri a macerarsi di fame, stante la sua poverissima condizione. Tanto essa, quanto il marito, per vivere vanno portando lettere, e volgarmente chiamasi la corriera.

Pertanto, inteneritomi della miseria di quella donna, che per altro è di buoni costumi, mi sono mosso a pregare V. Ecc. ad usare verso di quella la sua bontà, col farla scarcerare; assicurandola che farà un'opera di misericordia assai grata a Dio, tanto più che tengo per certo che sia innocentemente strapazzata, non essendo essa capace di andar facendo intercetti, come potrà assicurarsi dalle fedi che le presenterà il di lei marito.

E sicuro dei suoi favori, resto pieno di stima, offerendomi

 

Di V. Ecc. Devmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA vescovo di Sant'Agata de Goti.

 

Conforme ad una copia.




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