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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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421. AL P. D. GIUSEPPE MELCHIONNA.

L'anima a dar segni di pentimento egli promette la sua mediazione.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

SANT'AGATA, 6 MARZO 1764.

 

Io fo quel che posso in suo favore; ma mi dispiace sentire che, in vece di stare umiliato e ritirato, e di dar segni di pentimento e di umiliazione, dimostra l'opposto. È vero che in ciò non tanto ci colperà V. R. quanto gli altri che le hanno dato troppo mano, ma ciò ha dato agli occhi di molti della Congregazione, ed io ne ho avuti tanti richiami.

Faccia come le dico io.

V. R. procuri di star ritirato: non dia udienza né a visite né a donne che la fanno chiamare; ed alla ricreazione non parli, o dica poche parole. E la prego a star rassegnato ad ogni penitenza che avrà.

Non dubiti, perché io rimedierò al troppo. Ancorché le sia assegnato di fare il noviziato a Sant'Angelo, l'accetti senza ripugnanza: sarà cura mia di moderar le cose.

Io so che V. R. è di salute poco sana e patisce colla testa ecc.; ma bisogna dare qualche segno notabile e di umiliazione e di ubbidienza; perché gli altri temono che V. R. poi abbia da seguitare a fare o parlare, come ha fatto stando fuori della Congregazione. E in tal modo, dicono, a che serve il restare nella Congregazione, se non per dare mal esempio?

Faccia come dico io, ché non la sgarrerà.

La benedico.

 

Fratello ALFONSO MARIA del SS. Redentore, vescovo di Sant'Agata.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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