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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
A mantenere salvi alcuni diritti della mensa vescovile e impedire l'aggravio di poveri agricoltori, invoca l'intervento di questo Signore.
SANT'AGATA DE GOTI, 3 APRILE 1764.
Nel dì 28 marzo mi fu notificato ordine della percettoria [ricevitoria] di Avellino, ad istanza del regio fisco, che avessi costituito procuratore presso gli Atti dello scrivano Natale di Amato, in banca del Magnifico Gennaro Albano, che si vede soscritto in detto ordine, pretendendosi la descrizione de' fuochi del feudo di Bagnoli, che s'intende accatastare come feudo separato ed independente; e ne accludo anche copia a V. Ecc., che di questo feudo, come unito a quello di Sant'Agata, ha la giurisdizione criminale.
Chiamatomi questo Signor D. Agostino Ciardullo, agente da più anni di detto feudo, mi ha detto che a tempo del mio antecessore,
anche V. Ecc. si affacciò in detta causa, specialmente per una relazione fatta dal detto Albano, che pochi anni sono fu in accesso in detto castello di Bagnoli, e quantunque il detto Signor Ciardullo, colla sua ingenuità, e il deputato della università avessero data la vera confinazione del continente di detto castello, il detto Albano, o per astio, o per far vedere la estensione ben grande di esso, volle descrivere tutta la contrada di Reallo, giurisdizione civile e criminale, e tenimento spettante al feudo di V. Ecc. di questa città: che però mi vedo in obbligo di fare le stesse parti del mio antecessore coll'Ecc. V., acciò possa difendersi quel tanto spetta alla sua Casa, non avendo io altra ambizione, se non di ritenere per questa Mensa quel poco, che ha sempre tenuto, e di non fare caricare quei pochi miserabili di Bagnoli, che affatto sono inabili a poter sopportare il fuoco: essendo né fondo, né altro che possa sostenere università; né numero, riducendosi a pochi massari forastieri, che coltivano quelle masserie, site in detto feudo di pessimo aere, e gli fuochi ancora che spettano a questa università.
Il procuratore si dice che sia il Signor D. Domenico Ciardullo.
Non altro. Resto, facendole profondissima riverenza, e con tutto l'ossequio mi confermo
Di V. Ecc. Umo, devmo ed obblmo servitore vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma