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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
439. A SUOR MARIA SAVERIA FOGLIA, PRIORA DEL MONASTERO REGINA COELI, IN AIROLA.
Riprova il falso zelo di alcune religiose.
Molto Revda Madre e Signora ossma,
Sempre più mi consolo dell'ubbidienza e rassegnazione di V. R. Lasciamo fare a Dio, perché Dio darà luce a coteste religiose.
Dite a coteste religiose zelanti che io ben so quello che posso e non posso fare.1 Esse non hanno studiato i libri, come li ho studiati io.
Io non accresco né diminuisco le cose della Regola, e questo appartiene alla sostanza, che non posso alterare. Ma quando si tratta di una semplice circostanza, cioè solamente di mutare le ore, ed il Superiore vede che il sistema antico impedisce il bene della Comunità, ben può mutarlo.
Al monastero grande di S. Severino in Napoli, si diceva prima l'officio verso mezza notte; ma, perché pochi ce ne venivano e per altri giusti fini, pochi anni sono, l'Abbate mutò l'ora e volle si dicesse verso un'ora di notte.
Han detto già le monache che si contentano a 24 ore; già vedo ch'è troppo tardi, tanto più che dee precedere la mezz'ora di orazione. Del resto, all'ultimo direi che V. R. accordi l'officio la sera a quell'ora che vogliono; perché esse medesime, vedendo poi che in tempo di estate si hanno da alzare così tardi la mattina, esse stesse si accorderanno ad anticipare qualche altro tempo.
Frattanto quello che mi tormenta è che le comunioni a queste tali, che non vogliono ubbidire, io non so come vadano. Torno a dire: le aspetto al giorno del giudizio. Io sono obbligato a procurare il maggior bene della Comunità. Quelle che vogliono imbrogliarsi la coscienza, se la vedano con Dio: altrimenti sarebbe finita l'obbedienza, se si avesse da fare quel che vogliono le suddite.
Benedico V. R., e prego Dio che le dia forza ecc.: ed ora più la compatisco, avendo da fare con tali sorte di religiose. Gran cosa! le monache tutte le cose pigliano per punto ed impegno.
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
Conforme all'originale che si conserva nell'archivio del Consorzio della salute delle anime, eletto nella chiesa di S. Paolo, in Piacenza.