- VOLUME I
- 447. AL PRIMICERIO PETTI.
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447. AL PRIMICERIO PETTI.
Lo
impegna per l'erezione della suddetta parrocchia.
Viva
Gesù, Maria e Giuseppe!
[DICEMBRE
1764].
Prego
a dire all'arciprete che s'ei non vuole condiscendere, io sono risoluto tirare
avanti la causa, e credo aver ragioni di farvi almeno una chiesa figliale, o
sia sussidio di cura, per bene spirituale di quella gente, acciocché ella abbia
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comodo
di confessarsi, di sentir la predica ogni domenica, di far la visita al
Sacramento, novene ed altre divozioni.
Di
presente, è certo che non lo fanno per causa della lontananza, e delle salite
che hanno da fare ne' tempi caldi o freddi.
A me
non rincresce di spenderci, se bisogna, quattro o cinque cento ducati, perché
lo stimo necessario per la gloria di Dio. Mettetegli avanti tutte queste cose
per renderlo pieghevole;1 altrimenti non faremo niente, perché l'uomo è
caparbio, e sta sempre pieno di debiti, e solo gli piace di spendere dove vi è
il suo genio...
Tannoia,
nella Vita del Santo, lib. III, cap. 23.
1
Sembra che l'arciprete, un poco più tardi, si mostrasse più arrendevole, mentre
addì 18 luglio dell'anno seguente, S. Alfonso nella sua Relazione alla S. C.
de' Vescovi e Regolari scriveva così: " In terra Fraxii, praeter
archipresbyteralem ecclesiam, cui est animarum cura adnexa, post non paucas
dissensiones cum actuali archipresbytero dictae ecclesiae habitas et, Deo
adjuvante, mediis propriis, sine judiciorum strepitu jam victas, alteram
ecclesiam sive cappellaniam in loco aptiori, pro majori parochianorum commodo,
in vicis ab ipsa archipresbyterali remotioribus habitantium construendam
statui." Ma si vede che D. Francesco di Filippo tornò ad opporre ostacoli
anche maggiori, perché il Santo nella Relazione del 17 71 così riferiva alla
medesima S. C.: " Attamen opus tam necessarium, ob recursum ab illo
archipresbytero ad regios ministros habitum, effectum hactenus sortiri
nequivit."- Ed il Tannoia ci fa sapere che il disegno del zelante Pastore
non fu mai più mandato ad effetto; tanto più che avvenne, non molto dopo, la
sua rinunzia al vescovado.
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