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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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476. AL P. D. ANDREA VILLANI.

Raccomanda che in una fabbrica si dipenda in tutto dall'architetto.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

[PRINCIPIO DI SETTEMBRE 1765].

 

Don Andrea mio, circa la casa d'Iliceto sento che vi sono diverse cose da considerare.

La prima cosa da considerarsi è, che non conviene dare questo gran rammarico a D. Pietro [Cimafonte], dopo che ci ha con tanto incomodo favorito, e gratis per tanti anni.1 D. Pietro si è dichiarato che, se in questa cosa non si fa come dice esso, la piglierebbe per aggravio e smacco.

Sento di più che il P. Fiocchi, il P. Cimino e specialmente il P. Mazzini2 aderiscono a D. Pietro; ed io, in ogni qualunque dubbio minimo che ci sia, dico, come ho detto sempre, che si faccia quel che dice l'ingegnere, e non quel che dicono i nostri Padri, i quali sanno di Morale, ma non di queste cose.

In quanto alli tre cameroni, dicono gl'ingegneri, come sento, che hanno preso la mira che possano dividersi in camere, se vogliamo farle camere.


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In quanto alla grada [scalinata], dico già che per ora non si ha da partire; in quanto ad alzare il quarto, sento che anche per ora si ha da scendere qualche grado. Basta: io non sto inteso appieno delle cose, ma affatto non stimo bene che si fabbrichi contro quel che dice D. Pietro. Onde bisognerà almeno che V. R. vada in Napoli prima di fare altrimenti di quel che dice egli, e parli con lui; e dopo si risolverà. Ma io so che D. Pietro è uomo capace e sta inteso delle nostre miserie; onde non credo che voglia ostinarsi a farci fare spese inutili, o incompatibili alle nostre forze... (Qui nell'originale mancano due carte.)

Per ora stimo bene di non far mossa. Daremmo che parlare, tanto più che fra giorni dovrò passare in Arienzo, paese quieto e dove dovremo stare otto o nove mesi. In caso di mossa poi, se parrà necessario, bisogna che pensiate a darmi alcun altro egualmente atto, ed io per ora non so a chi pensare.

È vero, la cioccolata ce la diè a vendere il Signor Landi, ma io gli ho fatta una buona cantata.

In quanto a Cimafonte, io non so che rispondergli. Le ragioni che m'avete mandate a dire servirebbero per farlo più impestare [turbarsi]; onde ho pensato esser meglio non rispondergli.

 

Fratello ALFONSO.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




1 Tutte le nostre fabbriche, fino a quel tempo, furono fatte sotto la direzione di questo peritissimo e religiosissimo architetto napolitano.



2 I Padri Fiocchi, Cimino e Mazzini erano Consultori generali della Congregazione.






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