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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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517.1 AD UNA PERSONA SCRUPOLOSA.

Serie di lettere nelle quali il Santo con ammirabile carità e pazienza, l'anima alla confidenza in Dio, all'ubbidienza ed al disprezzo degli scrupoli.

 

[ANNO 1766?]

Sì, signore, ora appunto vado a dire la messa, e vi raccomanderò fortemente a Gesù Cristo ed a Maria SSma.

Seguitate la preghiera alla Madonna, dicendole con S. Bonaventura: In te, Domina, speravi, non confundar in aeternum. Ed io le cercherò la stessa grazia per me e per voi. E vi mando una figurina della Madonna, acciocché ve la teniate sovra.

Io non mi ricordo aver ricevute lettere vostre; ma se mai l'ho ricevute, io certamente vi ho risposto. E perciò seguitatemi a scrivere, mentre io molto desidero la vostra salute eterna.

Mandate e ripigliate le lettere per mezzo di Fratello Francesco [Tartaglione]; e vi benedico come pastore della Chiesa.

 

II.

Rispondo in breve, perché è di notte, e mi bisogna sbrigare il corriero.

signore, per otto giorni pregherò per voi con modo particolare. Ma voi fra questo tempo fatevi forza, e andatevi a confessare. Ve ne prego, e se bisogna, ve lo comando da parte di Maria Santissima.

Non vi sconfidate. Buttatevi nelle braccia della divina misericordia. Seguitate a raccomandarvi alla Madonna, e pregatela ancora per me. Allegramente! animo, !

In questo punto inginocchiatevi avanti l'immagine di Maria SSma, e promettetele di andarvi a confessare il tale giorno.


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III.

Confessatevi, e non importa che giudichiate per certo che sia sacrilegio, come voi pensate.

Io vi arrivo a dire: fate questo sacrilegio, e ricevete l'assoluzione in mia coscienza, e vi assicuro che così assicurerete la vostra eterna salute, perché io so certo che non è sacrilegio.

 

IV.

Quando riceverò la consolazione di sentire che vi siete confessato? Io seguito a pregare.

Per fare la risoluzione, bisogna che vi facciate violenza, e senza pensare ad altro, adesso andatevi a confessare, dicendo: Io non so che fare, ma faccio l'ubbidienza di tanti sacerdoti, e di Monsignor de' Liguori che me lo comanda da parte di Dio.

Ed in fatti, da parte di Dio ve lo comando, e di quel sacrilegio che voi temete di fare col confessarvi, me ne carico io avanti a Dio.

 

V.

Ho letta la vostra lettera.

Tutto quello ch'è stato non è niente; basta che ora facciate quello che vi ho detto tante volte, abbandonandovi prima in braccio dell'infinita misericordia di Dio, il quale non vi ha abbandonato ancora; e poi mettetevi in mano di un confessore, e sia qualunque confessore, risoluto di fare quello ch'esso vi dice.

Se l'aveste fatto prima, non vi sareste trovato a questi guai.

Via, ora datevi animo in nome di Gesù e di Maria, e andatevi a confessare. Voi temete col confessarvi di fare più sacrilegi, il che è inganno del demonio; ma senza confessarvi, non lo vedete che fate maggior precipizio?

Ora per carità, intendetemi una volta: andatevi a confessare. Perduto per perduto, confessatevi. Ma se vi confessate, io vi assicuro che sarete salvo, perché voi non amate, ma odiate il peccato; e questo è segno che la grazia di Dio ancora vi assiste.


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Via , ora in legger questa, fate un atto di contrizione, con raccomandarvi prima alla Madonna, e 'l proposito di non offendere più Dio; e poi determinate di andare oggi stesso, o al più domani, a trovare il confessore; ma meglio sarebbe oggi.

Iddio ha permesso quest'altro errore, acciò meglio avvertiate l'inganno del demonio. Omnia cooperantur in bonum.

Allegramente, in nome di Dio andate a trovare il confessore, e vi benedico. Dio non sa disprezzare un'anima, che si umilia, si pente ed ubbidisce.

 

VI.

Io le vostre lettere non le lacero, né brucio, ma le leggo. Ma sempre mi danno pena, perché voi volete risolvervi, ma non mai vi risolvete. Non dite più: non posso, dite: non voglio, non voglio, non voglio.

Gesù Cristo dice: Qui vos audit, me audit. Questa è la risoluzione che avete da fare e dire: Io voglio mettermi in mano di un confessore, e sia chi sia, e fare quello ch'esso mi dice.

Voi avete da pensare che avete perduto l'uso della ragione. Sì signore, io prego per voi, ma voi risolvetevi.

Via , ora appunto inginocchiatevi e fate voto alla Madonna d'andare a trovare subito un confessore, e sia il primo che trovate, e di far tutto quello ch'esso vi dice, e così sarete salvo.

Presto , inginocchiatevi e fate il voto.

 

VII.

Ma voi volete sentire il nemico, e non me.

Non importa che torniate a peccare. Dopo il peccato, andate sempre, se fosse mille volte e cento mila volte, a trovare il confessore, e fate quello ch'esso vi dice.

Presto, andate subito domani e, s'è possibile, oggi stesso a trovare il confessore, e fate sempre così, ch'egli non vi caccerà E se egli vi caccia, trovatene un altro.

Ma bisogna che ubbidiate: la sola obbedienza può salvarvi, ve l'ho detto mille volte.

Or presto, fatemi sentire che siete andato a trovare il confessore, ed io frattanto prego la Madonna per voi.


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VIII.

Vostra Signoria non può immaginarsi quanto mi sono care queste ultime lettere che mi scrive. Ne ringrazio sempre la bontà infinita di Dio, e la clemenza di Mamma Maria. Questa è stata opera di Maria, ed ella l'ha da mantenere.

Spero che presto V. S. ritorni in Napoli, perché ho a caro che stia vicino al suo medico spirituale, per cui Dio si è degnato di sanarla.

Mi raccomandi a Gesù Cristo, ed io prego per la perseveranza; e resto ecc.

 

IX.

Non serve che vi confessiate, se poi non seguitate a far l'ubbidienza del confessore.

Bisogna che ubbidiate in tutto al confessore, e che vi comunichiate quando esso ve lo dice, ancorché vi paia di stare in peccato. Il vostro capo è peggiore del capo di un pollastro, perché è tutto pieno di confusione, e stimate peccato ciò che non è peccato.

Del resto io mi consolo che vi siate confessato, e questi vostri peccati io non li stimo peccati.

signore, pregherò e farò pregare la Madonna; ma bisogna che vi risolviate di far l'ubbidienza del confessore, senza stare a risolvere e prendere i mezzi, come mi scrivete; bisogna che camminiate alla cieca, senza stare a persuadervi se fate bene o male; bisogna che diciate: io sono pazzo: ho perduto il capo, né posso credere più a quel che pare a me. E poi fate tutto quello che vi dice il confessore, senza sapere quel che fate.

Se non facessero così gli scrupolosi, niuno più di essi non si confesserebbe, non si comunicherebbe, perché a questi tutto pare peccato e sacrilegio. L'ubbidienza cieca è lodata da tutti i teologi, da tutti i Padri e da tutta la Chiesa. Fatela, e sarete sicuro.


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X.

Mi avete data una consolazione ed una sconsolazione.

Ma non mi volete sentire, di non credere al capo vostro. Il dubitare che la confessione non era andata bene, ciò vi fece danno.

Per carità, subito, subito tornate al confessore; e se mai cadeste mille volte, subito mille volte tornate al confessore, e pigliatevi l'assoluzione; e calate la testa, sottomettendola a quel che vi dice il confessore, senza replicare che la confessione non è buona.

Pensate che solamente l'ubbidienza vi può salvare e vi ha da salvare. Che volete fare? Volete tornare a quel che avete fatto per lo passato, [vivendo] senza confessione e senza comunione?

Presto, fatemi sentire subito che di nuovo vi siete confessato e comunicato, e frattanto io sto pregando la Madonna per voi.

Vi benedico e resto ecc.

 

XI.

Quanto mi son consolato in sentire che seguitate a comunicarvi!

Ma quello che soggiungete appresso, di tanti timori spropositati che avete, alli quali vedo che ancora voi date orecchio, ciò mi fa tremare che non abbiate da tornare a lasciar la comunione per le vostre apprensioni, che vengono tutte dal demonio. Voi tremate del passato, ed io tremo dell'avvenire, che ritorniate alle stesse specie antiche: non posso, non è possibile ecc.

Io vi assicuro, da parte di Dio, che voi state in grazia di Dio.

E se mai vi confessaste a me, vi darei precetto formale, sotto peccato grave, che di tutte le cose passate affatto affatto non ve ne confessiate più, per tutti i dubbi che possono venirvi.

Almeno vi prego, se non volete ubbidire a me, ditelo da parte mia al vostro confessore, che vi dia questo precetto, e che se voi volete parlare del passato, affatto affatto non vi senta.


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Io ve l'ho detto più volte, ed ora ve lo torno a dire: Iddio vi vuol santo, non solo salvo, ma santo; ed io lo spero con certezza alla Madonna, alla quale tante volte vi ho raccomandato. In una delle notti passate, non potendo dormire, io non faceva altro che raccomandarvi a Gesù Cristo ed a Maria SSma; e lo seguiterò a fare per tutta la vita, e nell'eternità, se mi salvo, come spero nel sangue di Gesù Cristo.

Scrivetemi da quando in quando, e consolatemi col farmi sentire che seguitate a comunicarvi. Questo mi basta.

E non avrei a caro che vi confessaste molto spesso, perché col dovervi confessare, voi sempre mettete in rivolta i timori e gli scrupoli antichi, a' quali voglio che non ci pensiate più. Basta che vi riconciliate una volta la settimana, e nel resto seguitate a comunicarvi.

Ringraziate sempre la santissima Vergine, che vi ha fatta la grazia.

Dite anche al vostro confessore quest'ultimo mio sentimento, di non farvi confessare così spesso, e ditegli da parte mia che per le cose passate affatto non vi senta.

Tutto l'impegno del demonio è di tornarvi a confondere e farvi vedere che non camminate bene, per farvi tornare da capo. Onde credetemi e abbiate fede all'ubbidienza del vostro confessore e mia, che ora tutto va bene.

Attendete ad amare Gesù Cristo ed a pregarlo per la perseveranza, e state sicuro, io ve l'accerto da parte di Dio; e non vi scordate di raccomandarmi a Gesù Cristo nella santa comunione. Vi benedico quanto fate e quanto farete; e quando mi scrivete, non voglio che mi parliate più delle cose passate.


XII.

Voglio vedere chi la vince, se voi o Dio. Voi volete dannarvi, e Dio vi vuol salvo.

Via , il fatto sia fatto: tornate con umiltà al confessore e ditegli: compatite questo povero pazzo, ed ubbidite.


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Non lo vedete che, quando avete fatto l'ubbidienza, già stavate bene, e stavate in grazia di Dio? Non serve a dubitarne, perché ve n'accerto io.

Presto , con animo grande ed allegramente tornate al confessore, ed ubbidite.

Se nella tempesta degl'iscrupoli aveste fatto così, non avreste patito alcun danno. Via , non pensate più a quel ch'è fatto, pensate all'avvenire.

E che volete procurarvi volontariamente un inferno di qua, ed un altro di ? Gesù Cristo vi aspetta: presto tornate al confessore domani, e se non lo trovate, andatelo a trovare alla casa. Non dubitate, ché non vi caccerà, e vi compatirà per lo mal abito fatto.

Vi benedico, e vi raccomando alla Madonna. Dico il mal abito fatto in darvi vinto.

Sappiate (parlo degli scrupoli) che voi affatto non siete obbligato a far la confessione intiera de' peccati passati.

Onde, quando il confessore vi dice che del passato non ne parliate più, ubbidite, benché vi ricordaste certo di non avere spiegato più cose necessarie.

Dite questa dottrina al confessore, ch'egli ben l'approverà, giacché vi sono tanti Dottori che lo dicono.

E questa dottrina è certo che corre nel caso vostro, perché gli scrupoli passati coll'esperienza vi portano a rovina.

Onde basta confessare i peccati dell'ultima confessione, e niente più.

 

XIII.

Ecco che già cominciate a farmi tremare, dicendo che avete paura che tutte le confessioni e comunioni sieno sacrilegi.

Ma, Dio mio! non vedete che 'l demonio così vi ha pigliato negli anni passati, con farvi apparire che tutto era peccato e sacrilegio, le confessioni e comunioni?

Ma direte: ma io che ho da fare, se ho questo timore? Ma direte: ma io che ho da fare, se ho questo timore? Rispondo: che avete da fare? Avete da persuadervi di quel che


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vi dico io, e gli altri: in questa materia di dubbi ed angustie della vostra coscienza avete da persuadervi che siete pazzo, stravolto ed inabile a giudicare.

Onde vi avete da rimettere a quel che vi dicono gli altri. Ed io vi dico da parte di Dio, come vi avrà detto ancora il confessore, che voi seguitate a comunicarvi con tutti i vostri dubbi, forti, fortissimi che sieno. E ciò fatelo in coscienza mia, io ne rendo conto a Dio, giacché so in sostanza la coscienza vostra.

E soggiungo che voi siete tenuto certamente, sotto obbligo di peccato mortale, a vincere gli scrupoli e i vostri timori, ed a fare quel che vi dicono i direttori; perché cominciando a lasciare di comunicarvi, tornerete allo stato infelice degli anni passati, dove siete male arrivato, e perché? Perché non avete voluto intendere me ed i confessori.

Sempreché non avete commesso qualche peccato fresco e nuovo, che sia evidentemente mortale, pienamente acconsentito, pienamente avvertito, comunicatevi sempre, senza confessarvi.

Dico peccato fresco, perché in quanto al passato, affatto ora non vi confessate di niente più.

Ed io stimo certo che, secondo lo stato di vostra coscienza, voi non siete obbligato all'integrità materiale. Or tanto più vi proibisco di confessare le cose della vita passata, in cui abbiate dubbio che sieno stati peccati mortali, o che le abbiate dette almeno in generale. Onde affatto, affatto guardatevi di confessar cosa della vita passata.

Ed io avrei a caro che vi confessaste di rado, al più una volta la settimana, ma non più spesso; e comunicatevi sempre in coscienza mia, con tutti li vostri timori che vi paiono sacrilegi.

E torno a dire, voi siete obbligato sotto colpa grave a far come dico io, e se foste qui, vi farei leggere che questa è dottrina comune de' Dottori, la quale corre assai più per la coscienza vostra, che ben la so io.

Questi timori vostri, verisimilmente gli avrete da avere sino alla morte; ma voi avete da camminare alla cecata, [cieca] facendo quel che dicono gli altri, perché la mente vostra è storzellata


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[stravolta] e, come ho detto, non siete più abile a far giudizio sopra la vostra coscienza, e secondo quello che voi sentite. Così vi ha ingannato il demonio per lo passato, e già sapete che ne ha cavato frutto.

 

Vi prego a conservarvi questa lettera, acciò non mi nominiate più sacrilegi. Io vi replico che torniate a leggere questa mia, e pigliate animo. Io conosco chiaro avanti a Dio che, facendo così, voi andate bene e vi fate santo; e se no, vi mettete a gran pericolo di dannarvi, come è successo a più d'uno, per non sottomettersi al giudizio degli altri.

Vi benedico, ecc.

 

Il tutto conforme ad un'antica copia.

 

 




1 Queste lettere, che noi diamo distinte coi meri numeri progressivi, non sappiamo se tutte siano intere, o se fra loro vi siano de' soli frammenti. Quindi noi abbiam creduto presentarle a' nostri lettori quali le abbiamo trovate in un'antica copia, lasciataci dal sacerdote D. Salvadore Tramontano, grand'amico di S. Alfonso e del P. Antonio Maria Tannoia.




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