700. AL P. D. ANDREA VILLANI

Sentimenti del Santo sul permesso, da darsi ai Congregati, di potersi recare nelle presenti circostanze alle case proprie.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 26 SETTEMBRE 1772.

Don Carlo Fiorentino ieri sera venne qui, e gli dissi lo stesso che gli mandò a dire V. R.; e così siamo restati.

Io gli ho consigliato che frattanto si allontani dalla casa, e mostri volersi ritirare in altro luogo religioso, e così vedrassi se i parenti si quietano.

Circa il mandare i soggetti in casa de' parenti, non intesi incolparne V. R., ma i Rettori delle case; e perciò la pregai ad avvertirlo a' Rettori.

Del resto già intendo che in certe circostanze ciò si ha da permettere, ed io sto sicuro della prudenza di V. R.; onde

operi in ciò ed in altro liberamente, come meglio le pare. Ed intendo che ora vi vuole più prudenza che rigore.

Aspetto poi notizia, quando avrete fatta la sessione, ed aspetto anche V. R. con qualche altro Padre per discorrere.

Del resto, in questi tempi di confusioni, mi pare che ogni mossa fa più danno che utile; onde bisogna mantenere quel che si può ed aspettare tempo migliore. Sento che vi sono più buoni indizi per la pace. Faccia Dio!

Quando viene, avrei a caro che mi portasse il P. D. Fabrizio Cimino ancora.

Questo soggetto può essere molto utile per la Congregazione, specialmente per lo governo; ma si è renduto così odioso a tutti per li suoi modi disprezzanti, che niuno vorrebbe trattarci. Vorrei sentirlo e fargli una buona correzione, acciocché si mutasse, s'è possibile, e potesse col tempo giovare alla Congregazione; perché è giovane ed è di talento.

Benedico V. R. e tutti.

Fratello ALFONSO MARIA.

Conforme all'Originale che si trova nel nostro archivio generalizio di Roma.