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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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714. AL P. D. FRANCESCO ANTONIO DE PAOLA.1  

Essendo quasi ultimata la fondazione della casa di Scifelli, il Santo gli indica la condotta da tenere col fondatore.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 28 MAGGIO 1773.

Mi sono consolato in sentire dal P. D. Andrea [Villani] già conchiusa cotesta fondazione di S. Cecilia.


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Io ho scritto una lettera di ringraziamento al vescovo di Veroli [Mgr Giovanni Battista Iacobini], pregandolo ancora a favorire una tal opera; e un'altra lettera, anche di ringraziamente,


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al Sig. abate Arnauld, a cui veramente abbiamo tutta l'obbligazione.1

D. Andrea mi dice che il naturale di questo è che nota. Onde V. R., che ha fatto tanto, usi tutta la possibile prudenza e circospezione nel trattarlo; e lo stesso raccomando agli altri nostri.

V. R. procuri di non disgustarlo, nelle cose che non sono positivamente contrarie al buon regolamento della casa, specialmente in quanto al materiale. Bisogna cedere per la quiete e per convenienza: ci ha fatto bene, e ce ne può fare. Fategli conoscere che ne avete stima e sentite i suoi sentimenti, per quanto si può. Del resto a V. R. non mancherà prudenza e virtù di tenersela con esso e sopportarlo cogli altri vostri compagni.

Vi raccomando poi l'osservanza nel principio di cotesta fondazione, per riguardo di Dio e del mondo.

Informatevi del sicuro cammino che hanno a tenere le lettere per giungere colla posta, ed appurate in che paese ed in testa di chi, che sia persona confidente e sicura; o se per procaccio di Roma o per particolare vaticale, occorrendo, si abbia a mandare qualche cosa costà. E quando verrete qua, mi direte tutto: essendomi maravigliato che D. Andrea col P. Caione non ci abbia pensato.

Benedico V. R. e tutti.

Fratello ALFONSO MARIA

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma




1 Il P. D. Francesco Antonio de Paola nacque a Ruvo diocesi di Muro addì 2 ottobre 1737. Fin dalla prima sua gioventù, concepì il desiderio di ritirarsi nella nostra Congregazione, a ciò animato specialmente dall'esempio di due suoi cugini, Domenico e Pietro Paolo Blasucci. Superate le opposizioni della famiglia, fu vestito dell'abito della Congregazione il 21 giugno 1755, e dopo un anno fece la sua professione nelle mani del suo maestro, il P. D. Antonio Tannoia. Compiuto il corso degli studi, pieno come era di talento e di zelo, fu tosto impiegato nelle sacre missioni. Quanto lo stimasse S. Alfonso, si può congetturare da questo: nell'anno 1765, fra i vari soggetti proposti al Santo per la carica di maestro de' novizi, egli giudicò il de Paola come uno dei più abili (V. Lettera CDLXVI I, vol. I, pag. 569); e nell'anno 1767, lo mandò come Rettore nella casa di Sant'Angelo a Cupolo.

Per raccontare tutti gli apostolici lavori di questo indefesso missionario, ci vorrebbe un intiero volume. Però la sua vocazione speciale fu di dilatare la Congregazione fuori dei confini del regno di Napoli. In quest'anno 1773, fece la fondazione della casa di Scifelli e, tre anni dopo, quella di Frosinone, ambedue nella diocesi di Veroli. Nel 1780, avendo il governo Napolitano sostituito alla Regola approvata da Benedetto XIV un nuovo Regolamento che distruggeva poco meno l'essenza del nostro Istituto, la S. Sede separò, dalle case di Napoli, le quattro esistenti nello Stato Pontificio: cioè S. Angelo a Cupolo, Scifelli, Benevento e Frosinone, nominandone il P. de Paolo prima Presidente, e poi Rettor Maggiore. Questi, fedele al suo mandato, ne fondò altre quattro, cioè in Gubbio, Spello, Roma e Cisterna. Ma l'opera sua la più importante fu l'ammissione nella nostra Congregazione del B. Clemente Maria Hofbauer, insigne propagatore dell'Istituto.

Nel 1792, cessando il governo Napoletano d'occuparsi delle nostre Regole, il P. de Paola, nel Capitolo Generale tenuto a Pagani, rinunziò alla sua carica di Rettore Maggiore; ed a tale officio venne eletto il P. D. Pietro Paolo Blasucci, il quale divenne in questo modo capo di tutta la Congregazione.

Da quel tempo sino alla sua morte, il P. de Paola dimorò quasi di continuo in Frosinone; e, colle sue buone maniere, rese non lievi servizi a quella città nel tempo dell'invasione francese.

Gli ultimi anni del P. de Paola furono amareggiati da grandissimi travagli, la cui narrazione oltrepasserebbe i limiti di questi brevi cenni biografici. Egli ebbe una divozione speciale verso la B. Vergine, in cui onore scrisse un erudito libro, intitolato Grandezze di Maria.

Finì di vivere il 7 settembre 1814, assistito dal P. D. Sebastiano Perciballi, ed è sepolto nella nostra chiesa di Frosinone davanti l'altare maggiore.



1 Luigi Arnauld, nativo d'un borgo della diocesi di Avignone, la cui chiesa era dedicata a S. Cecilia, venuto in Italia entrò nel l'Istituto de' Trappisti di Casamari; ma, non avendo salute per una tal vita, se ne uscì tosto e fu quindi ordinato sacerdote dal vescovo di Veroli. Avendo poi eretto, nel luogo chiamato Scifelli, una piccola chiesa in onore di S. Cecilia, attendeva in essa ai bisogni spirituali di quella povera gente. A richiesta dei Padri di Casamari, egli cedette la piccola chiesa colla contigua abitazione alla nostra Congregazione. La casa fu poi molto ingrandita dai Nostri, e prese il nome di S. Maria del Buon Consiglio.




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