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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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784. AD UN PADRE CONSULTORE.

Lo invita ad una consulta per trattare affari gravissimi.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 18 DICEMBRE 1774.

Legga subito e tutto, ed in segreto.

Nella settimana entrante (perciò mando apposta) vengono qui il P. Blasucci e Maione. Prego senza meno V. R. a venire qui martedì o mercoledì; perché allora verranno detti Padri da Napoli per consigliare l'affare di Sarnelli, ch'è di somma importanza.

Si prenda il calesso, e lo pagherò io.

Se sta costà il P. Corrado, che venga senza meno qui con V. R.

Se poi sta a Ciorani, mandate questo stesso corriero a Ciorani col mio biglietto, che già gli ho dato nel caso che Corrado sta a Ciorani.

Il punto è di molta importanza. Secondo le circostanze presenti vi è giusto timore di vedere dismessa tutta la Congregazione, se non si cede alla tempesta. Le ragioni son molte e forti; ma non sono cose di lettera.

La massima certa vuole che si perda un braccio, quando vi è pericolo verisimile di perdere la vita.

Io prima faceva lontano questo pericolo; ma ora mi pare molto verisimile: onde non voglio esser solo a decidere, e morire col rimorso di non avere impedito la nostra totale ruina.


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Parlatene col P. Mazzini così in generale; ma non si può far giudizio della cosa, se non si hanno presenti tutte le circostanze, come le ho io e le tengo notate. E bisogna risolvere presto, e non aspettare la consulta della Camera.

Io penso, essere stata una speciale grazia di Dio che si spuntò di parlar la causa sabato ad otto, acciocché abbiamo almeno questo poco di tempo delle feste per deliberare; ma bisogna presto deliberare, prima di finir le feste; perché Sarnelli preme per la consulta, vedendo il tempo a lui favorevole; sicché vi aspetto senza meno per martedì o mercoledì.

Operiamo con prudenza, come vuole Dio, e poi sottomettiamoci a quel che Dio dispone.

Se il P. Corrado non si trova a Nocera, mandategli questo stesso mio biglietto (per non replicar le cose) acciocché venga ancor esso prevenuto. Bisogna che ci accomodiamo a' tempi correnti; e poi faccia Dio!

Riverisco il P. Mazzini; benedico V. R. e tutti.

Desidererei anche qui il P. Caione, ma sta lontano; onde sto in dubbio di farlo venire qui in questi tempi. Ma se pare a V. R. ed al P. Mazzini di farlo venire, V. R. gli scriva per la posta subito, anche da parte mia, che senza meno si porti qui.

Per ora non ho più che dire, e di nuovo la benedico.

Fratello ALFONSO MARIA.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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