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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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809. A SUO FRATELLO D. ERCOLE DE' LIGUORI, IN NAPOLI.

Gli annunzia l'accettazione della sua rinunzia, e lo prega di regolare due affari d'importanza.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 29 GIUGNO 1775.

Don Ercole mio, io sto sicuro del vostro affetto. Scrissi quella lettera per levarmi ogni scrupolo. Del resto, per la contribuzione del Collegio [de' Dottori], D. Giovanni Miniera mi ha scritto ch'esso ci penserà.

In quanto poi alla rinunzia, già è stata pubblicata la provvista del mio vescovado in persona di Mgr Rossi, vescovo d'Ischia.

Il Papa mi ha assegnata una buona pensione di 800 ducati. Spero a Dio che a Napoli non me la contrastino, ma se me la contrastassero, la paga del Collegio mi basterà.

Vi prego poi ad aggiustare da ora quella carità che volete fare agli Padri miei dell'ospizio1; perché, se Dio vi chiamasse


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senza darvi tempo di lasciare le cose disposte, i Padri miei non avranno niente; e così ancora bisogna lasciare aggiustata quella cosa della cappellania [dell'abate Ciceri]. Appresso, da Nocera, vi scriverò come si ha da fare, giacche avete la buona intenzione.

Desidero di vedere aggiustate queste due cose, per non pensarvi più; mentre da oggi avanti non vorrei pensare più a cose di mondo, ma solo ad apparecchiarmi alla morte che mi sta così vicina. Ve ne prego a quietarmi sopra queste due cose. Da Nocera, dove anderò fra giorni, poi vi scriverò tutto.

Al Papa io mi era offerto che, se stimasse avanti Dio ch'io con tutta l'età cadente e con tutte le mie infermità seguissi a governare il vescovado, pure, per non fare la volontà mia ma la volontà di Dio, di buona voglia mi sarei contentato di morire crepato sotto il peso del vescovado; e così, siccome sto sicuro che per volontà di Dio presi il vescovado, così ora sto sicuro che per volontà di Dio lo lasciò.

E con ciò caramente l'abbraccio. A Nocera poi, ci vedremo qualche volta dentro l'anno.

Fratello ALFONSO MARIA.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro collegio di Roulers, nel Belgio,




1 Il Santo allude ad un piano del palazzo Liguori, che egli chiedeva e che veramente suo fratello D. Ercole donò a' nostri Padri.




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