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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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839. AL P. D. ANGELO MAIONE, IN NAPOLI.

Indica alcuni mezzi da adoperarsi per il buon esito della lite col barone Sarnelli.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

[NOCERA, 4 NOVEMBRE 1776.]

Si è appurato l'abbaglio, che la copia della dispensa d'intervenire al Consiglio reale non era diretta al marchese Tanucci, ma al principe di Camporeale.

Veniamo alle cose nostre.

E giunto qui stasera [D. Gaetano] Celano il quale, avendo parlato con di Lione, gli ha detto che siamo sicuri.

Circa la relazione, il vostro biglietto, unito con quello di Capolongo, mi ha consolato.

Aspetto poi qualche risposta che avrete da Ruggiero, dopo che avrà parlato con Baldassare [Cito, presidente del Consiglio]; ma sopra tutto vi prego di parlar con D. Nicola Vivenzio e di applettarlo di parlare con Baldassare; e subito che potete, date questa mia a D. Nicola, del quale certamente vale più una parlata con Baldassare e con Lione che mille parlate di Celano o d'altri. Onde bisogna accudire Vivenzio con tutta l'attenzione.

Io sto allegramente, perché mi pare che la Madonna voglia certamente farci uscire salvi da questa tempesta.

Non lasciate poi di notiziarmi circa le cose spettanti alla nostra salute; perché del resto, in quanto ad altre notizie estranee, come sento, si dicono mille cose che sono occorse ed occorreranno in questa così grande rivoluzione di cose accadute. Se poi vi è qualche notizia rilevante, non lasciate di avvisarmene.

Intanto stiamoci in mano di Gesù Cristo, e preghiamo che si faccia la sua maggior gloria.

Monsignore di Caserta [Niccolò Filomarino], soddisfatto delle nostre missioni, ci ha raccomandati a D. Carlo de Marco,


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e dice che vuol procurare di stabilire una delle nostre case in Caserta. Son belli pensieri divoti, impossibili ad ottenersi ne' tempi presenti.

Soggiungo una cosa di molto peso. Nelle raccomandazioni di dame per la nostra causa, guardiamoci di avere raccomandazioni di qualche dama, circa la quale può esservi sospetto di offesa di Dio. Dio vuole che ci aiutiamo con tutti i mezzi onesti, ma non con alcuno dove può entrare incentivo o sospetto di peccato; e così Dio ci aiuterà. V. R. ben mi capirà, senza ch'io mi spieghi di vantaggio.

La benedico e resto

Di V. R.

Fratello ALFONSO MARIA.

[P. S.] Ho scritto ciò a rispetto della venuta del P. Caione. La lettera di Vivenzio la legga e poi la chiuda.

Non occorre mandarmi la copia del dispaccio a Tanucci; perché già l'ho veduta dal Sig. D. Gaetano Celano.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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