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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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856. AL MEDESIMO.

Nuovamente dell'affare, della Bolla e della causa, di cui nell'altra lettera.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 27 MARZO 1777.

Signore, ricevei la vostra circa l'affare di Araldi e di Ciceroni, e specialmente circa Araldi.

Vi prego ad avvisarmi subito, quando vi fosse qualche cosa di nuovo. Del resto, non occorre di andar loro più attorno; bisogna aspettare ch'essi bussino la porta.

Aspettava il P. Blasucci da Napoli per consigliarmi con lui, che danaro doveva mandarvi, così per compire il pagamento della Bolla, come anche per soccorrervi con qualche somma per vostro mantenimento.

Mi ha scritto Blasucci che fra giorni verrà. Frattanto, rimediate come meglio si può.

E voglio mandare qualche cosa alla casa di Scifelli, dove sento che stanno in bisogno. Sino ad ottobre, io pure sto pezzente; ma ad ottobre mi matura la pensione.

Io vi pregai di scrivermi con ogni ordinario per causa dell'affare di Araldi; ma giacché quello ora sta in silenzio, non vi bisogna tanta premura; però scrivetemi quando bisogna.


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Circa il disturbo che mi scrivete, io non mi ricordo d'averlo scritto.

Blasucci fatica per lo scritto della causa che tra breve si farà. Fate fare orazione.

Io ancora ho avuto da fare uno scritto per la causa, di più; fogli di carta. Miracolo come non mi è venuta una goccia!

Benedico V. R. e tutti.

Di V. R.

Fratello ALFONSO MARIA.

Conforme ad un'antica copia.




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