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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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864. AL P. D. GIOVANNI BATTISTA DI COSTANZO1, NELLA CASA DI FROSINONE.

Quanto stimasse il Santo la pace nelle comunità.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 7 LUGLIO 1777.

Don Giovanni mio, vi raccomando, quanto posso, a mantener la pace.2


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Quando vedete che le cose non vanno a genio vostro, è meglio cedere, benché la cosa riesca di minor profitto in quanto al temporale, che rompere la carità con detrimento del bene spirituale.

Sto leggendo la Vita di S. Ignazio, il quale puniva con gran rigore quei che rompevano la pace e carità.

Io so che amate la Congregazione; se l'amate, amate la pace. E torno a dire, scrivetemi ne' punti più importanti; perché spero a Dio di rimediare a tutto, e sappiate che io vi amo e vi stimo.

Vi benedico.

Conforme all'edizione romana.




1 Questo Padre, nato il 20 aprile 1743 a Casamicciola nell'isola d'Ischia, e ammesso alla professione il 15 maggio 1760, ebbe la consolazione di esser testimone nel Processo di beatificazione di S. Alfonso. Finì di vivere nella casa di Pagani, il 20 ottobre 1801.



2 Sembra che il Santo, in seguito di alcune dicerie, credeva alterata la concordia fra il P. De Paola ed il P. Di Costanzo " Mi accenna V. S. Illma nella sua - così il P. Blasucci al Santo, in una lettera del 15 luglio di quest'anno- ch'è venuto il P. Lauria per ritornarsene a Girgenti dopo ristabilito, e niente altro. Sento all'incontro, da altro canale, che i Girgentini le fanno delle premure che mi rimandasse, e che V. S. Illma siasi obbligato di parola col Sig. Ciantro di rimandarmi a Girgenti nel venturo settembre.

Questa notizia è capitata a' PP. De Paola e di Costanzo, li quali me l'assicurano. Ciò posto e supposto come vero, io le appaleso ingenuamente i miei sentimenti, per lo bene di questa nuova fondazione di Frosinone. Verificandosi la mia partenza per la Sicilia, stimo necessario che non altro si deputi Rettore di questa casa che il P. De Paola, e ministro il P. Costanzo. Questi due soggetti, che sono stati i primi a pigliare questa fondazione, vi hanno tutto l'amore e l'impegno di portarla avanti; hanno abilità ed efficacia di vantaggiarla, credito e stima presso tutti e specialmente presso la gente civile. Le dico la verità: ciò che si è fatto, così in Roma per le Bolle - e per la lite, come circa la fabbrica, tutto si è fatto da loro e si è fatto bene; io sono stato semplice testimonio di veduta e lo sarei, se seguitassi a starvi.

L'assicuro inoltre che, in questi 10 mesi della mia dimora qui, non ho veduto tra Costanzo e de Paola quelle scissure e discordanze di parere, che si diceano per l'addietro, ma pace, unione e fratellanza tra di loro. Né de Paola, né Costanzo li vedo strambi nel pensare; e se qualche volta discordassero, hanno l'uno e l'altro virtù di cedere. Questa è la verità. Le scrivo ciò, acciocché non dia qualche passo che sconcertasse tutto l'affare, posta la prevenzione che non si accordano tra loro de Paola e Costanzo. Questi due soggetti, non solo utili, ma necessari a questa opera, bisogna con lettere animarli, compatirli per li grandi incomodi che soffrono, e gradire la loro cooperazione, perché lo vuole Dio e la giustizia. Mi ho preso questa confidenza d'insinuarle questi miei sentimenti; perché altro è vedere le cose, altro udire chi parla e chi scrive esaggerando le minuzie. Prima di vedere e toccar le cose colle mani, io medesimo avea prestato fede alle dicerie contra il mal umore di Paola e di Costanzo; perché l'avea inteso, non veduto. Ora sento l'opposto per la verità e l'infermo, come la sento avanti a Dio ecc. "






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