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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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938. AL P. AMELIO FICOCELLI1, NELLA CASA DI FROSINONE.

Confronto e differenza di alcuni punti tra la Regola ed il nuovo Regolamento, e danni massimi della divisione.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

[NOCERA, 16 APRILE 1780.]

Collo scritto del P. Maione, è stato in pericolo di dismettersi la Congregazione; perché il P. Maione ha dato il guasto a tutta la Regola antica.


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Accenno qui alcune cose guastate:

Nell'antica, erano proibiti i quaresimali che molto impediscono le missioni.

Nell'antica, solo il Rettor Maggiore potea licenziare i soggetti, ma col consenso della parte maggiore o più sana de' Consultori; nella nuova, i Consultori, essendo in maggior numero, possono licenziar tutti, anche i sacerdoti.

Prima, i Consultori aveano il voto decisivo solo nel ricevere i giovani; nella nuova, l'hanno anche nel ricevere i suddiaconi ed anche i sacerdoti.

Nell'antica, i Consultori poteano scrivere senza licenza a' soli soggetti della Congregazione; nella nuova, possono scrivere anche a' forastieri, senza licenza.

Nell'antica, i soggetti, avendo livelli, li poteano rilasciare alle case loro, o darli alla Congregazione; nella nuova, sono obbligati assolutamente darli alla Congregazione.

Nell'antica, poteano acquistare benefici in proprietà, purché non ne possedessero il frutto; nella nuova, devono darli alla Congregazione, e lo stesso dicesi di ogn'altro provento.

Prima, ogni 9 anni dovea tenersi la Congregazione generale per riformare gli abusi e far nuove costituzioni; ora non vi è nulla di queste facoltà.

Prima, morendo il Rettore Maggiore, dovea nominare un suo vicario che governasse per soli sei mesi; ora, il Vicario dovrebbe governare fino al farsi il nuovo Rettore Maggiore.

Prima, circa la giurisdizione de' vescovi, stava che si dovesse loro ubbidire solo in quanto all'operare; ora sta che a' vescovi deve ubbidirsi quanto allo spirituale e temporale. Ora i vescovi, in qualche modo, possono metter mano anche al governo interno della Congregazione.

10° Prima, vi erano i voti; al presente, il Re di Napoli non ammette i voti, ma ammette il giuramento. Mette il P. Maione che niun capo ora importa peccato; ma come ciò cammina, essendovi il giuramento?


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Lascio altre cose ché altri considerano; ma io considero una cosa che, lasciando la Regola antica, resterebbe distrutta la Congregazione; poiché resterebbero in piedi due Congregazioni: una per la Romagna, un'altra per Napoli. Essendovi due Congregazioni, ecco distrutta la Congregazione del SSmo Redentore.

Se non vi fosse altra cosa, riguardando solo quest'ultima cosa, chi mai può avere ardire di ammettere due Congregazioni, per distruggere l'una e l'altra?

Prego il P. Superiore Ficocelli di leggere o far leggere questa mia alla vostra Comunità, e di farmi sapere se, fra di voi, vi è alcuno che approvi lo scritto del P. Maione.

Lo prego ancora di far copiare questa mia lettera e mandarla alla casa di Scifelli; acciocché mi scrivano se vi è, tra essi, alcuno contrario al mio sentimento.

Benedico V. R. e tutti.

Aspetto presto la risposta, almeno dalla casa di Frosinone. E mandate uno di cotesta casa per dare il parere sopra i punti accennati. E scrivete ancora a Scifelli, che mandino un'altro di quella Comunità.

Dirà taluno: Ma il Rettore Maggiore parla così, per mantenersi la facoltà di ricevere e licenziare i soggetti.

Io tengo l'età di 84 anni: onde posso giudicare che mi restino altri cento anni di vita! benché sta mattina appunto ho avuto qualche avviso che mi apparecchi alla morte.

Ma non è vero che il Rettore Maggiore può dominare come gli piace; mentre ha molti vincoli, secondo la Regola, che vietano di fare quel che gli piace.

Del resto, secondo mi pare, pochi sono i giorni che mi restano. Il mio desiderio è di lasciare quieta la Congregazione; poiché, in mezzo alle inquietudini, il demonio sempre guadagna. Spero tuttavia di lasciarla quieta; ma se Dio volesse chiamarmi in mezzo a questa inquiete della Congregazione, io altro non desidero che di vivere e morire facendo la volontà di Dio. Ma per ora, secondo ho veduto, le cose si stanno accomodando, sperando che vincerà la Madonna e non il demonio.


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In quanto all'avere tutti i Consultori il voto decisivo, dice il P. Cimino che, negli affari, meglio giudicano sei, che uno solo.

Ma S. Tommaso (Opusc. 20. cap. 2. de Reg. Princ. pag. 526) dice che nel governare è più facile la pace quando governa uno, che quando governano molti; e la ragione è chiara: quando governano molti, son più facili i partiti che sono la ruina del buon governo. Se, fra noi, tutti i sei Consultori hanno il voto decisivo, ecco che vi saranno facilmente sei partiti.

Fratello ALFONSO MARIA, Rettore Maggiore.

Conforme alla copia che si trova nell'archivio della Congregazione de Vescovi e Regolari, Busta: Liguorini 1806.




1 Questo Padre disgraziatamente, dopo 17 anni dalla sua professione avvenuta il 3 aprile 1764, abbandonò l'Istituto.






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