953. AL P. D. PIETRO PAOLO BLASUCCI, NELLA CASA DI GIRGENTI.

Non potendo il Santo per la sua grave età, lo invita a recarsi in Napoli per tentare tutti i mezzi d'impedire la divisione della Congregazione.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 19 AGOSTO 1780.

Don Pietropaolo mio, vedo già il farvi venire in Napoli dà molto fastidio agli affari di Sicilia; ma quando uno sta vicino ad affogarsi, prende ogni rimedio che trova.

A me pare necessario che V. R. venga in Napoli. Quella vostra lettera potea molto giovare; ma con tutto ciò vedo la Congregazione quasi perduta.

Io vivo morendo, non so dir altro.

Mentr'io son vivo, spero che la Congregazione si manterrà; ma quando sarò morto, il che sarà tra breve, mi pare impossibile che i Fratelli, soggetti al Papa, vogliano soggettarsi al Regolamento del Re, siccome da ora han cominciato a parlare.

V. R. esamini il pericolo e faccia quel che meglio le pare. Temo che, altrimenti, vada a terra ogni cosa

V. R. dovrebbe venire in Napoli e girare per tutte le nostre case.

Io son povero cionco; appena tengo il respiro, che me lo vedo mancare da giorno in giorno.

V. R. si raccomandi a Gesù Cristo, e poi faccia quel che Dio le ispirerà.

Benedico V. R. e tutti. Mi raccomandi a Maria Vergine per la morte.

Si avrebbe da parlare al Re; perché il Cappellano Maggiore è quello che ci ha ruinato.

Io ho fatto, quanto ho potuto, per capacitarlo a lasciar di proteggere il Regolamento, fatto dal P. Maione; ma non mi è riuscito. Altro non dico sempre: fiat voluntas tua!

Di V. R.

Fratello ALFONSO MARIA, Rettore Maggiore.

Conforme all'originale che si trova nel nostro archivio generalizio di Roma.