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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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1009. A SUA NIPOTE MARIA TERESA DE' LIGUORI, EDUCANDA NEL MONASTERO DI S. MARCELLINO, IN NAPOLI.

Come debba essa diportarsi, nella dimora che farà fuori del monastero.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 18 FEBBRAIO 1782.

Ricordandomi esser già venuto il tempo di uscire dal monastero, per entrarvi poi di nuovo a professarvi, e di dimorare fra questo tempo nella casa della signora duchessa di


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Bovino, le raccomando il santo timor di Dio, la modestia ed il non attaccarsi alle cose di questa terra.

Quello che però più mi preme si è il non andare a' festini e simili divertimenti, pur troppo pericolosi, e specialmente la prego a non andare all'accademia. Certamente la Sig. duchessa non è contraria a questi miei sentimenti. V. S. dunque ce li comunichi, e conoscerà quanto sia aliena dal farla divertire, con tanto pericolo della sua anima.1

Intanto prego Gesù Cristo che voglia farla ritornare al monastero, più cauta di quello che ne è uscita.

I miei rispetti alla detta Sig. duchessa.

La benedico, ecc.

Conforme all'edizione romana.




1 La giovane e la Signora duchessa fecero a modo del Santo. Solamente si profittò della libertà, in cui era Teresina fuori del monastero, per recarsi insieme a visitare il Santo. Di questa visita e d'un aneddoto ch'ebbe luogo, così ne parla il Rmo P. D. Celestino Berruti, nel suo libro Lo Spirito di S. Alfonso, a proposito della sua povertà: "Era cosi geloso (il Santo) nel chiedere al Superiore locale il permesso, per qualunque cosa bisognar gli potesse o di cui volesse disporre, che, essendo andato a visitarlo negli ultimi anni di sua vita la nipote di lui D. Teresa, pria di vestir l'abito religioso nel monastero di S. Marcellino, ed avendo mostrato desiderio di avere per sua memoria un quadro della Vergine SSma del Buon Consiglio. fu d'uopo che il P. Villani glielo donasse egli stesso, perché Alfonso protestossi che, avendo fatto voto di povertà non poteva, disporre di cosa alcuna. "




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